Donato racconta: "Quella per l'uva da tavola è la quarta IGP della Puglia ed è assegnata alle varietà considerate ormai "autoctone", quali Italia, Regina, Victoria, Michele Palieri e Red Globe (coltivata da produttori in possesso di regolare licenza), prodotta nei comuni di tutte le principali province vocate pugliesi di Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Taranto e Lecce".
"L'uva - prosegue Fanelli - deve provenire da impianti situati al di sotto dei 330 metri sul livello del mare. Tra le caratteristiche qualitative, il disciplinare fissa anche una grammatura minima e un tenore zuccherino non inferiore a 16 gradi Brix".
Al Consorzio di Tutela, stabilito nel 2003-2004, aderiscono al momento 40 tra produttori e commercianti di uva da tavola, i quali rappresentano complessivamente un 30% della produzione riferita alle varietà protette da marchio IGP. Donato precisa: "Quello su cui dobbiamo lavorare adesso è la parte commerciale".
"Sbaglieremmo grandemente - avverte l'imprenditore - se considerassimo l'ottenimento della tutela comunitaria come un traguardo, quando in realtà si tratta solo del primo passo lungo un percorso che rischia di essere accidentato, se non controproducente. Decine di DOP e IGP esistono solo sulla carta e nulla hanno portato a beneficio dei prodotti per la tutela/valorizzazione dei quali erano nate. Noi non dobbiamo commettere lo stesso errore".
Secondo Donato Fanelli, affinché l'IGP non si trasformi in un'arma a doppio taglio per un prodotto come l'uva da tavola che appare già soggetto a fenomeni di standardizzazione e "commodizzazione", diventa essenziale mettere subito in cantiere reali iniziative di promozione commerciale: "Ritengo fondamentale che gli attori del Consorzio si accordino intanto sulla creazione di un unico ufficio per la gestione dei rapporti con gli acquirenti nazionali ed esteri interessati al prodotto. Sarebbe del tutto dispersivo moltiplicare i riferimenti commerciali per l'uva a marchio IGP: l'esperienza ci insegna infatti che, al momento in cui il prezzo lo possono fare tutti, a vincere è chi lo fa più basso degli altri, a scapito dell'intero settore".
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Donato Fanelli
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