
Il presidente del comitato nazionale per il kiwi, Oscar Villegas, chiede un flusso costante di esportazioni verso l'Europa, da aprile fino alla fine di settembre.
"Una strategia positiva per il tipo di stagione che prevediamo, sarebbe quella di decentrare le prime spedizioni della stagione e cercare di avere volumi distribuiti in modo uniforme da aprile fino a metà settembre", ha auspicato.
Il Cile esporta normalmente il 60% della propria produzione alla fine di maggio o ai primi di giugno, ma Villegas ha avvertito che questo porterebbe a una congestione del mercato, con conseguente depressione dei prezzi e scontro con l'offerta italiana.
L'Italia soddisfa il 55% del consumo europeo e rappresenta il primo concorrente del Cile.
"Lo stoccaggio di kiwi cileno nelle fasi iniziali della stagione comporta prezzi più bassi, softening (l'intenerimento della polpa) nelle celle frigo e, in ultima analisi, disponibilità di frutti non idonei alla vendita", ha avvertito Villegas, ricordando quanto accaduto nel 2009 quando i prezzi sono crollati.
"Dobbiamo essere vigili riguardo ai livelli delle scorte in Europa in aprile e adottare opportune misure proattive" ha esortato Villegas.
Villegas ha detto che sarebbe una buona idea per il settore avere una maggiore presenza nella seconda metà della stagione, soprattutto perché in Nuova Zelanda ci si aspetta una minore produzione, a causa della batteriosi Psa-V. Si stima che la produzione neozelandese della varietà Gold sia in calo del 30% e la Hayward di oltre il 10%.
"Se arriviamo sul mercato al momento giusto, questi volumi più bassi potrebbero compensare la nostra maggiore offerta. Credo che questa situazione possa essere gestita in modo positivo se il settore l'affronterà con una strategia appropriata".