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Alessandro Triantafyllidis nuovo presidente
Il futuro del biologico secondo l’AIAB
Alessandro Triantafyllidis (nella foto a fianco), nuovo presidente federale AIAB, ha presentato in plenaria la Tesi congressuale e le priorità nell’agenda politica dell’associazione da affrontare nei prossimi tre anni.
"Il punto fermo dal quale partiamo è la concezione del biologico che caratterizza l’AIAB, ossia il biologico come modello di sviluppo. Per essere ancora più espliciti, non promuoviamo solo la produzione di cibo, ma la biodiversità e al sicurezza alimentare, lo sviluppo del territorio, la produzione di innovazione, la tutela dei beni comuni e la qualità del lavoro".
"Si prosegue sulle stesse linee politiche portate avanti per sei anni da Andrea Ferrante - spiega Trantafyllidis - A livello nazionale le priorità sono tre e riguardano la filiera alimentare, il sistema di certificazione e l’accesso alla terra. Vogliamo cambiare i rapporti nella filiera alimentare per dare un maggiore peso ai produttori di cibo, sviluppare quindi sistemi alternativi di distribuzione e cambiare il rapporto tra produttori e cittadini/consumatori".
"Prioritario anche far evolvere in meglio il sistema di certificazione – prosegue Alessandro Triantafyllidis - che resta uno strumento fondamentale per il biologico, ma che oggi mostra tutti i suoi limiti e le sue rigidità. Su questo fronte gli obiettivi sono introdurre la certificazione di gruppo e sperimentare i sistemi partecipativi di garanzia per rendere il processo di certificazione inclusivo e non esclusivo come purtroppo si sta rivelando ad oggi. Inoltre, e i drammatici dati del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura lo confermano, è imprescindibile agevolare l’accesso di giovani, ma non solo, alla terra e all’attività agricola. Infine, pensando a lungo termine, dobbiamo darci anche l’obiettivo di far tornare a crescere il biologico anche a livello produttivo. Un traguardo ambizioso, ma realistico, è arrivare al 2020 con 2 milioni di ettari coltivati in bio in Italia".
Per il nuovo presidente di AIAB è prioritario anche mantenere un orizzonte europeo e porsi le seguenti priorità: "Cambiare la PAC, influire sulla riforma della Politica Agricola Comune, fare lobby sull’Europa per arrivare ad una riforma reale. Sinora abbiamo ottenuto alcuni risultati per la PAC post 2013, come l’esplicito riconoscimento dell’agricoltura biologica sia nel Primo che nel Secondo Pilastro, ma non siamo ancora arrivati alla riforma che vogliamo e l’attuale bozza si caratterizza soprattutto come un’operazione di mero greenwashing. Ma siccome la partita si sposterà presto a livello nazionale e regionale per la scrittura dei Piani di Sviluppo Rurale, le AIAB, sia regionali che federale, devono farsi trovare pronte. Importante anche mantenere l’alto grado di visibilità e apprezzamento che abbiamo all’estero, in particolare si in IFOAM che in Via Campesina".
Per quanto riguarda strettamente l’associazione, invece, Triantafyllidis sottolinea la necessità di consolidare la crescita delle AIAB regionali, sia in termini di rappresentanza politica, che in termini di servizi.
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