Per la prima volta gli scienziati sono stati in grado di sbloccare il prezioso estratto da semi, buccia e midollo del frutto. Contiene le punicalagine concentrate, nutrienti vegetali che sono praticamente unici nelle melagrane. Le punicalagine si trovano principalmente nella buccia esterna non commestibile del frutto, nei semi e nelle membrane interne gialle, che finora abbiamo sempre buttato via. Ce ne sono alcune negli arilli succosi (capsule), ma le concentrazioni sono basse e la lavorazione ne rimuove frequentemente i benefici.
"Gettiamo via semi, membrane e midollo delle melagrane da migliaia di anni perché non sono commestibili e finora non abbiamo mai approfittato dei loro benefici", avrebbe dichiarato il dott. Sergio Streitenberger, a capo della ricerca presso ProbelteBio, al giornale on-line Daily Express.
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