UE: lasciare la questione OGM in capo ai singoli Stati membri configura problemi legali
La Commissione ha presentato a luglio ai governi le proprie proposte, che autorizzerebbero i singoli Stati a decidere autonomamente, nel tentativo di porre fine al lungo stallo in seno all'Unione sulle procedure di approvazione dei prodotti OGM. Ma una nuova opinione formulata dal servizio legale del Consiglio dei Ministri potrebbe dare un brutto colpo al piano, dopo che numerosi governi UE hanno espresso timori sul rischio che la bozza violi le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
"Tutto quel che attiene alla compatibilità con il WTO nell'opinione legale non è affatto positivo", ha detto a Reuters una fonte UE. Uno dei principali timori espressi dagli esperti riguarda la modalità con cui i governi possano giustificare un divieto di coltivazione una volta che la Commissione avesse escluso ragioni ambientali per la proibizione.
"Non ci si può basare sui rilievi economici, dunque l'unico motivo rimanente sarebbe quello etico", indica l'opinione degli esperti, come riferito da un funzionario UE. Ma è difficile che le motivazioni etiche possano essere accettate dal WTO o dal tribunale europeo per giustificare un divieto, dato che molti allevatori già nutrono gli animali con prodotti OGM importati, aggiunge il parere legale.
Il risultato è insomma che i divieti nazionali basati su criteri etici rischiano di essere bocciati dalle corti europee o sfidate in sede WTO, concludono gli esperti. Il parere legale sarà presentato agli esperti dei governi UE giovedì a Bruxelles, nel corso di un meeting che potrebbe confermare la vasta opposizione, tra i 27 membri UE, al piano della Commissione.
Italia, Francia e Spagna hanno espresso dubbi sul piano della Commissione e vogliono che le decisioni sulla coltivazione di OGM continuino a essere assunte a livello comunitario.