Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Il diario di bordo di Andrea Peviani

"Solinda Team": missione Mongolia compiuta!"



Andrea Peviani, Tommaso Fossa e Andrea Brambilla hanno preso parte a un rally benefico con destinazione Ulaanbaatar, capitale della Mongolia. Il viaggio, per un totale di ben 13.500 km, ha attraversato Austria, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Ucraina, Russia, Kazakistan, Uzbekistan e, infine, Mongolia. Il tutto a bordo di una vettura Panda sponsorizzata a marchio Solinda Peviani, la mini-anguria dal gusto maxi!

Pubblichiamo qui di seguito il "diario di bordo" di Andrea Peviani, su questa eccezionale avventura: "Tutto è nato nel settembre 2009, quando io e Andrea Brambilla ci siamo ritrovati a casa di Tommaso Fossa per raccontarci come avevamo passato le nostre vacanze estive. Tra una chiacchiera a l'altra, ho raccontato loro di aver sentito parlare di un viaggio-avventura a scopo benefico, denominato Mongol Rally, che parte dall’Europa e termina in Mongolia.

L'idea ci ha subito entusiasmati e abbiamo raccolto in qualche settimana tutte le informazioni necessarie. E’ apparso subito chiaro che, essendo studenti, il primo scoglio da superare era quello di raccogliere le 1.300 sterline necessarie per l’iscrizione, da donare in beneficienza al Cesvi, un’associazione umanitaria indipendente: il secondo ostacolo era quello di trovare una macchina con massimo 10 anni di vita e con una cilindrata non superiore a 1300 cc. Anche l’auto, una volta giunti a destinazione, sarebbe stato oggetto di beneficenza e donata ad un'organizzazione governativa mongola.

Dopo aver realizzato che la fattibilità del progetto era a nostra portata, abbiamo cercato e trovato gli sponsor. Dopo di che ci siamo messi sulle tracce di un’auto adatta. L’abbiamo trovata dopo numerosi tentativi: una Fiat Panda hobby del 2002 in buone condizioni, che abbiamo sistemato ed equipaggiato per l’occasione.


Nella foto: i due Andrea del team.

Finalmente, il 24 luglio 2010 siamo partiti da Milano alla volta della Mongolia con altri 50 equipaggi. Contemporaneamente, altri 350 team sono partiti da Londra e Madrid: con essi ci siamo incontrati a Klenova, in Repubblica Ceca, il giorno 26 luglio.

Per l’occasione, l’organizzazione del rally ha affittato un castello di campagna per celebrare l’inizio di questa pazza avventura. Da questo momento in poi ognuno ha scelto la propria rotta per raggiungere Ulaanbaatar, capitale della Mongolia.

La Fiat Panda, acquistata per una cifra irrisoria e affettuosamente soprannominata "Dina", ci ha accompagnati attraverso Austria, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Ucraina, Russia, Kazakistan, Uzbekistan e Mongolia. Non ci ha mai tradito lungo i 13.500 km che abbiamo faticosamente ma serenamente percorso per arrivare a destinazione.


Andando.

Abbiamo avuto la fortuna di godere dei paesaggi più incredibili. La desolazione della steppa Kazaka, popolata solo da cammelli, capre e qualche contadino. La via della seta che abbiamo percorso in Uzbekistan fino a Samarcanda, città millenaria, probabilmente fondata nel V secolo a.C., dove abbiamo potuto ammirare il Registan, un complesso di maestose e imponenti Medressa, uno dei luoghi più straordinari di tutta l’Asia centrale.

Abbiamo visto il Lago d’Aral ormai praticamente prosciugato, forse il più grande disastro naturale per mano dell’uomo che la storia ricordi. La natura inaspettatamente rigogliosa della Siberia Occidentale. Le montagne mongole che abbiamo risalito sino a quasi 3000 metri di altezza ed infine l’affascinante deserto del Gobi, che è stata l’ultima difficile e polverosa prova da affrontare.

Nei 33 giorni impiegati, mantenendo una velocità di circa 80 km orari quando la strada era perfettamente pianeggiante, abbiamo guadato fiumi e percorso piste di terra battuta. La notte abbiamo spesso dormito in tenda.


Il guado.

La maggior parte delle persone che abbiamo incontrato si sono sempre dimostrate gentili e ci hanno aiutato ogni volta che ne abbiamo avuto bisogno, spesso in cambio di qualche portachiavi "Solinda", un oggetto di nessun valore, ma che illuminava il sorriso dei bambini.


Foto di gruppo scattata il 23 agosto... non del 2012, ma del 2010, chiaramente!



E’ stata un’esperienza incredibile, che consiglio a chiunque di provare!", conclude Andrea.

Per maggiori informazioni: www.theadventurists.com.

Foto sotto: 25 agosto, arrivo a Ulaanbaatar. Missione compiuta!

Data di pubblicazione: