GreenMed: l'ortofrutta cresce, ma teme l'Oriente
Nel rapporto - pubblicato in occasione del secondo meeting internazionale del GreenMed forum in Egitto a maggio - si rileva che la produzione ortofrutticola globale è aumentata del 31% a partire dal 1997, passando dai 1.545 ai 2.025 milioni di tonnellate metriche prodotte. Tutto ciò in risposta ad una crescita costante della domanda di prodotti freschi a partire dal 1950.
E il mercato dei Paesi del Mediterraneo sta rispondendo bene, stando ai dati di GreenMed. In primis l'Egitto, il cui settore ha visto un trend di crescita del 46%, dalle 17.157 tonnellate di merci fresche prodotte nel 1997 alle 25.080 del 2007. Segue la Turchia, dove la produzione è cresciuta del 23%, passando da 33.354 a 41.279 tonnellate prodotte a partire dal 1997. Anche il settore spagnolo ha segnato un +10%, dalle 28.491 alle 31.393 tonnellate prodotte sempre a partire dal 1997. Rimane indietro invece l'Italia, dove si registra solo una crescita del 0,1%.
I prodotti maggiormente richiesti, non solo per il mercato interno del Mediterraneo ma anche per le esportazioni mondiali, sono i pomodori, con un aumento del 33% nella produzione, seguiti da meloni, +22%, e mele, +10,4%. Proprio i valori delle esportazioni verso gli altri mercati regionali hanno registrato una notevole crescita, circa del 40% a partire dal 1998.
Secondo GreenMed, tuttavia, nei prossimi anni i prodotti freschi del Mediterraneo saranno costretti a subire una competizione sempre più crescente da parte delle merci provenienti da altre aree, prime fra tutte quelle dai colossi Cina e India. Negli ultimi anni, infatti, il volume delle esportazioni di questi Paesi è cresciuto ad un ritmo impressionante: l'India ha addirittura segnato una crescita delle esportazioni del 110% a partire dal 1997. Una concorrenza che può essere arginata, dicono gli analisti di GreenMed, solo incrementando la competitività del mercato ortofrutticolo mediterraneo: le chiavi sono il potenziamento della logistica, lo sviluppo della vendita all'ingrosso ed un maggior rigore nelle norme relative agli standard di qualità.