Puglia: prezzi non soddisfacenti per l'uva da tavola alimentano il fenomeno dell'abbandono dei vigneti
A ciò si aggiunge la perdurante frammentarietà e la mancata organizzazione dell'offerta, la presenza di problemi patologici su alcune cultivars e, in taluni casi, una qualità del prodotto (almeno per alcune varietà precoci) non proprio eccellente.
D'altro canto le avverse condizioni meteorologiche delle settimane e dei mesi scorsi hanno contribuito ad aggravare la situazione.
La crisi dell'uva da tavola è così palpabile, specifica l'organizzazione agricola, che in alcune aree è ben visibile uno stato di degrado e di abbandono del territorio di proporzioni significative, con l'estirpazione e l'abbandono di ettari ed ettari di vigneti, non più coltivati in conseguenza degli alti costi di produzione e dei bassi prezzi di vendita.
In questo contesto di crisi diverse banche hanno per giunta ristretto i canali di finanziamento. Il quadro è drammatico, gli operatori sono sgomenti e sfiduciati e si registra un progressivo impoverimento dell'economia di tutta la provincia, ove numerose famiglie non riescono più ad andare avanti.
Intanto i rimborsi per calamità pregresse tardano ad arrivare e, per giunta, la Regione Puglia non rende ancora disponibile la gran parte delle risorse disponibili col Piano di Sviluppo Rurale destinate al sostegno ed all'ammodernamento delle imprese agricole.
La Cia propone che Regioni ed enti locali, quali Provincia e Comuni, si facciano promotori e portati di azioni concertate, con l'approntamento e realizzazione di appropriati programmi di marketing per la migliore conoscenza dei prodotti, dei processi produttivi e delle peculiarità del nostro territorio.
È più che mai necessario, conclude la Cia, attivare azioni urgenti e mirate, mettendo in campo, in modo sinergico, risorse e competenze e costruendo volontà comuni, al fine di invertire una situazione che, peggiorando di anno in anno, diventa sempre più drammatica, col serio rischio di divenire esplosiva e socialmente incontrollabile.