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Dalla Spagna un nuovo processo per la produzione di biocarburante

Bioetanolo dai noccioli delle olive

C’è una new entry nella lista dei prodotti che possono essere impiegati nella produzione di biocombustibili. I ricercatori delle Università di Jaén e Granada in Spagna hanno scoperto come rendere i noccioli delle olive un’ottima base per la produzione di etanolo.

Questo scarto agricolo (che rappresenta circa un quarto del peso del frutto intero) è, infatti, ricco di cellulosa ed emicellulosa, polisaccaridi che possono essere chimicamente spezzati in molecole di zucchero, poi fermentate per produrre etanolo. Il processo messo a punto dal team di ricercatori spagnoli prevede il pre-trattamento dei noccioli con acqua calda ad alta pressione e quindi l’aggiunta degli enzimi che degradino il materiale producendo zuccheri. Tocca poi ai lieviti fermentare gli idrolisati per convertirli in etanolo. Il rendimento raggiunto nei laboratori permette di ottenere 5,7 kg di etanolo a partire da 100 kg di noccioli di olive.

In realtà la quantità di noccioli proveniente dall’industria olivicola è nettamente inferiore a quella di altri scarti agricoli, ma darebbe al settore l’opportunità di rendere utilizzabili i 4 milioni di tonnellate di noccioli generati ogni anno e altrimenti inutilizzati. Inoltre, come spiegano gli stessi scienziati, "il basso costo di trasporto e di trasformazione dei noccioli di oliva li rende una fonte appetibile per la produzione di biocombustibili".