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Italia Ortofrutta alla sua56ma Assemblea annuale

Conoscere per tendere insieme verso qualcosa

Conoscere: per competere, per prevedere. "Italia Ortofrutta ha una visione precisa, e la conoscenza è uno degli elementi che la compongono". Andrea Badursi, presidente di Italia Ortofrutta, ha introdotto così, ieri 10 giugno 2025, il tema del convegno che si è svolto alla vigilia della cinquantaseiesima assemblea annuale dei Soci di questa aggregazione.

© FreshPlaza

A livello europeo, ci sono 1720 organizzazioni di produttori ortofrutticole, e Italia Ortofrutta ne rappresenta 156 tra OP e AOP, per un totale di 17mila produttori, e un fatturato di 3,7 miliardi di euro su un totale di 17,6 dell'intero comparto. Italia Ortofrutta-Unione nazionale da oltre 50 anni organizza le OP grazie all'impegno del Cda, di 380 agronomi (la maggior parte dei quali ha meno di 40 anni) e periti agrarie in campo, 250 responsabili commerciali, 500 addetti, 100 responsabili marketing, oltre 40 certificazioni per i soci.

La sua rappresentatività copre il 40% della produzione ortofrutticola organizzata in Italia, per oltre 6 milioni di tonnellate e un controvalore di 2,5 miliardi di euro. L'Unione Nazionale Italia Ortofrutta ottiene aiuti annuali per 328 milioni di euro attraverso la politica settoriale di sostegno europeo (OCM Ortofrutta), che poi si sviluppano in un valore doppio in termini di realizzazione di programmi operativi. Per il progetto sul pomodoro da industria, le OP partecipanti rappresentano circa il 33% della superficie italiana investita in questa coltura.

© FreshPlaza

Il suo direttore, Vincenzo Falconi (qui sopra in foto), definisce le OP come "imprese guida: perché trasferiscono nei territori le linee di indirizzo della PAC e orientano verso questi obiettivi anche le altre imprese che non fanno parte ancora del sistema organizzato. È un ruolo importante perché facciamo un'attività di lobby per il settore organizzato ma con una visione che è sempre di sistema". Una visione che si materializza nella pluralità di voci che si avvicenderanno al microfono e nella composizione plurale della sala, quella di un hotel al centro della Capitale, dove accanto ai soci di Italia Ortofrutta siedono esponenti di organizzazione datoriali, docenti universitari di vari atenei e ricercatori del Crea, i vertici di Ismea e Agea, nonché il sottosegretario all'Agricoltura, Giacomo La Pietra e altri esponenti politici che si collegheranno nel corso dell'evento.

© FreshPlaza

© FreshPlaza Tanto Falconi nell'introduzione, quanto Badursi (in foto a lato) nelle conclusioni, hanno elencato le sfide che assillano un settore che negli ultimi anni ha dato tanto in termini di sicurezza alimentare e di tracciabilità, ma che spesso si è sentito trascurato o minacciato da quello che definisce un eccesso di ideologismo ambientalista.

Certo, a mettere in fila le sfide salta agli occhi la combinazione inedita di questioni tecniche, politiche e geopolitiche: diminuzione di competitività, aumento dei costi di produzione con quell'impennata del costo dell'energia scatenata dalla guerra in Ucraina, riduzione della remunerazione, contrazione degli acquisti e crescita della concorrenza estera, i cambiamenti climatici (alluvioni, siccità, surriscaldamento) che mettono a rischio interi areali e il calo della manodopera che non è solo una questione di ricambio generazionale.

"La conoscenza – ha spiegato ancorar il direttore - ci serve per cambiare approccio, per trovare soluzioni alle criticità che dobbiamo affrontare e individuare nuovi percorsi di sviluppo, ma anche per indirizzare meglio le politiche del nostro settore ed essere ancora di più interlocutori della pubblica amministrazione".

© FreshPlaza E, per cambiare approccio, cosa c'è di meglio se non rivolgersi a un filosofo? Infatti, ad aprire il convegno "Il valore della conoscenza per competere nel presente e anticipare il futuro" è stata una lezione di Stefano Moriggi (in foto a lato), filosofo della scienza e presidente del corso di laurea in digital education all'Università di Modena e Reggio Emilia.

"Incertezza e condivisione" sono le due parole chiave scelte per l'occasione. La prima si porta dietro una pessima reputazione, l'altra invece è associata a qualcosa di certo. "Abitare l'incertezza o gestire razionalmente la propria ignoranza vuol dire fare un'esperienza della conoscenza di valore. Scambiare la conoscenza con la certezza non è sempre un'esperienza di conoscenza di valore". E, ancora: "Uno scienziato non ha risposte definitive". La condivisione, invece, per Moriggi è la capacità che contraddistingue l'umanità rispetto alle altre specie, la capacità di creare un "Noi intenzionale", di competere (nel senso etimologico di "cum petere", tendere insieme verso qualcosa). "È un'abilità che solo la nostra specie ha imparato a fare, il cui prodotto si chiama conoscenza. E non si dà conoscenza al di fuori di una strategia cooperativa per affrontare l'incertezza", dice ancora il filosofo della scienza, esortando a considerare le tecnologie come "strumenti di condivisione e in quanto strumenti di conoscenza". Insomma, "non c'è conoscenza senza condivisione".

Una lezione che Italia Ortofrutta già "mette a terra", finanziando ricerca e organizzando corsi di formazione e aggiornamento per tecnici e OP, anche su tematiche innovative (dalla robotica alla meccanizzazione fino all'AI) "Ci lasciamo contaminare molto da altri mondi e vogliamo contaminare noi altri mondi, soprattutto quelli della scienza", ha ribadito Falconi ricordando il compito istituzionale di destinare una parte delle risorse in progetti di ricerca che oggi verranno presentati in plenaria. "Noi abbiamo messo a punto un modello di gestione dei progetti di ricerca che vede l'unione, come Innovation Broker, al centro di questa macchina complessa perché incrocia diversi mondi".

Fonte: C.A. per FreshPlaza