L'avvio della raccolta delle drupacee, per i soci dell'OP Terre della Luce, è iniziata con qualche settimana di ritardo rispetto alla scorsa campagna, a causa di un andamento climatico sfavorevole dei mesi primaverili. I primi stacchi, con quantità contenute e qualità soddisfacente, sono avvenuti a partire dalla seconda settimana di maggio e si prevede di continuare fino a settembre.
© Terre della Luce Soc. Coop. Agr.
Nonostante il maltempo e le temperature altalenanti dei mesi di marzo e aprile, complici nell'aver ritardato l'entrata in produzione, le coltivazioni degli associati presentano molti frutti e di buona pezzatura.
Le superfici coltivate a drupacee dei soci dell'OP sono 200 ettari; di cui 80 dedicati alla produzione di albicocco e la restante parte a nettarine, pesche, pesche piatte e percoche.
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Nell'anno in corso, l'OP ha assistito a un incremento del 5% delle superfici coltivate a drupacee, in controtendenza rispetto ai dati forniti dal CSO, in cui per il 2025 si evidenzia una riduzione del 3% delle superfici di drupacee a livello nazionale, rispetto al 2024 (dato presentato in occasione della riunione del Gruppo di Contatto per le pesche e nettarine dello scorso 9 maggio, ndr).
"Il costante aumento delle superfici dedicate alla frutta estiva presso Terre della Luce – spiega Antonio Tuzio, agronomo e responsabile dell'ufficio tecnico dell'O.P. - è favorito dalla possibilità per i soci di poter beneficiare di incentivi comunitari per il rinnovamento varietale e l'introduzione di nuove tecnologie che consentono di migliorare la qualità di queste produzioni ed essere più competitivi sui mercati nazionali ed esteri. A questo proposito, anche le drupacee rientreranno in un Programma di Valorizzazione della sostenibilità che la nostra Organizzazione sta predisponendo per il periodo 2025-2031".
© Terre della Luce Soc. Coop. Agr.Albicocche varietà Flopria in raccolta presso Azienda Agricola Suriano Patrizia
Le superfici destinate alla produzione di albicocche per l'OP rimangono invece invariate, a fronte di una diminuzione significativa sia a livello europeo che nazionale sia di aree che di prodotto. "Per la stagione in corso, in Italia si è assistito infatti a un calo produttivo del 20% rispetto al 2024, riconducibile, oltre che agli eventi climatici estremi e a difficoltà strutturali come l'invecchiamento degli impianti, anche e soprattutto alla distruzione di alcuni impianti a causa della virosi Sharka", riprende Tuzio.
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Palma Albino (in foto sopra), responsabile commerciale dell'OP, invece precisa: "Nel 2024, i nostri soci hanno prodotto oltre 1.250 tonnellate di pesche, realizzando ricavi per 1.250.000 euro, mentre le albicocche si sono attestate a 365 tonnellate per € 382mila. Buone le prospettive di mercato per le nuove varietà delle pesche piatte (Ufo), a polpa sia bianca sia gialla e le nuove varietà di pesco e albicocco. La qualità dell'offerta, grazie all'attenzione dei nostri tecnici e all'esperienza dei soci, si è indubbiamente innalzata, anche se il comparto, come tutta l'ortofrutta in generale, deve affrontare alcune criticità come l'incremento dei costi dei mezzi tecnici e soprattutto la carenza di manodopera".
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