Nel momento della preparazione e della messa a dimora, predisporre un arboreto su un letto di coltivazione rialzato è sempre consigliabile per i diversi vantaggi agronomici (e non solo) ottenuti. Ma nel caso in cui questa pratica colturale non sia stata inizialmente consigliata o attuata dall'agricoltore, c'è sempre tempo per rimediare.
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(Nelle foto sopra: a sinistra terreno privo di baulatura. A destra, stesso terreno con letto di coltivazione rialzato).
© Vitelli Vito DomenicoL'agronomo Vito Vitelli "Le radici hanno bisogno di respirare e dunque di ossigeno per esplicare le loro funzioni. Quando un terreno è piatto, compatto e dunque asfittico, le piante che vi vengono ospitate avranno difficoltà a vegetare. Con poche operazioni riusciamo dunque a sistemare la nostra coltivazione, rimediando a una baulatura non fatta in partenza, specie su terreni molto sensibili a ristagli idrici, all'asfissia radicale o molto esigenti di ossigeno nel terreno. Aiutati da attrezzature meccaniche, si va a realizzare un solco a circa 80 cm dalla pianta, in entrambi i lati, per poi cospargere il terreno di risulta uniformemente sull'interfila, cosi da non avere cumuli a ridosso delle piante e permettere di eseguire le lavorazioni meccaniche. Se la pianta risentiva molto dell'asfissia, è chiaro che da quel momento gli effetti sono immediati. Dopo qualche settimana, infatti, noteremo un pianta più attiva. Questa pratica è stata adottata per diverse specie, come agrumi, drupacee, ulivi, melograni, etc".
Tra gli agricoltori che hanno deciso di praticare questa soluzione c'è Giuseppe Masiello, uno chef di professione ma con la passione per l'agricoltura.
"Ho una coltivazione di melograno della varietà Mollar Valenciana messo a dimora da circa un anno, il quale conta 550 piante e ubicato su un terreno scosceso. Una coltivazione che con fatica cercavo di condurre nel migliore dei modi, nonostante il ristagno frequente dell'acqua e della fertirrigazione. Così ho deciso di portare la pianta su un piano rialzato, utilizzando un aratro a 5 vomeri, per poi livellare e affinare il terreno. Già adesso l'acqua defluisce e la zona esplorata dalle radici gode di un maggiore arieggiamento".
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Agronomo Vito Vitelli
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