Il packaging è considerato elemento di fondamentale importanza per la valorizzazione dell'uva da tavola, in quanto è diventato ormai uno strumento di marketing razionale, attraente, fabbricato con materie prime non inquinanti e facilmente riciclabili.
A fornirci qualche informazione è il pugliese Mario Colapietra, professionista del comparto e autore del nuovo Manuale di Viticoltura dal titolo "Il comparto dell'uva da tavola - Aspetti tecnici, produttivi e commerciali". Colapietra dedica al tema dell'imballaggio un vasto spazio nel suo nuovo libro sull'uva da tavola, composto in 800 pagine, 22 capitoli, 918 foto, 155 tabelle e grafici a colori.
"Con l'avvento della Grande Distribuzione, inizia la vera evoluzione dell'imballaggio, che fino al secolo scorso risultava essere un semplice contenitore, fabbricato esclusivamente in legno, con indicazioni sommarie riportate su una etichetta in carta, precariamente incollata. Ricordo i tempi in cui le cassette dovevano essere particolarmente robuste per fare tara vendibile, spedite in vagoni frigo con grappoli collocati esclusivamente alla rinfusa. La pallettizzazione delle merci ha poi obbligato l'adozione di plateaux con misure piane compatibili a quelle dei bancali, eliminando alcuni formati storici come il 34x54 cm e introducendo il 40x60 cm, nuova misura per contenere cestelli da 1 kg".
"In questi ultimi anni - continua Colapietra - sui bancali ne abbiamo viste parecchie di personalizzazioni progettate dalle aziende agricole. C'è chi, tramite il packaging, ha voluto lanciare un chiaro messaggio ai consumatori, per evidenziare il proprio sistema di produzione ecosostenibile e la genuinità del prodotto, oppure chi tiene a specificare il luogo esatto di produzione. Ci sono poi imprese che, grazie agli imballaggi, informano come determinate uve siano state prodotte con residui di sostanze chimiche di sintesi al di sotto dei limiti di quantificazione analitica (0,01 mg/kg). Infine, alcuni agricoltori, viste le recenti tendenze dei consumatori nel preferire varietà senza semi, hanno deciso di trasmettere, direttamente sulle confezioni, le informazioni circa la specifica varietà di uve contenuta".
A conferma di una crescente e diffusa sensibilità a favore dell'ambiente, già da molti anni alcuni Paesi europei hanno avviato una seria politica di contenimento e recupero degli imballaggi. Vari decreti sanciscono che tutti gli imballaggi debbano riportare informazioni per facilitare la raccolta, il recupero e il riciclo degli stessi. Ai consumatori si dovranno fornire informazioni circa lo smaltimento dei diversi materiali utilizzati per il confezionamento. Inoltre, vi è l'obbligo di indicare la natura dei materiali usati. E' obbligatorio il pagamento in fattura di una tassa ambientale, per ciascuna tipologia di materiale degli imballaggi venduti agli utilizzatori.
I materiali dei plateaux
I plateaux utilizzati per l'uva da tavola hanno capienze variabili da 2 fino a 13 kg. I materiali maggiormente utilizzati sono il legno, il cartone ondulato e la plastica. La ripartizione delle singole quote di incidenza, nello specifico dell'uva da tavola, non dovrebbe discostarsi di molto da quelle del settore generale dell'imballo ortofrutticolo, stimate del 55-60% per il legno, del 35-40% per il cartone, del 5-7% per la plastica. In Italia vengono prodotti oltre 400 milioni di pezzi di imballaggi in legno, continuando ad essere un imballaggio molto utilizzato. Ne vengono recuperate poi per il riciclo circa 1.627.000 tonnellate e trasformate in pannello truciolare, un semilavorato molto utilizzato dall'industria del mobile e in altri prodotti. La quota complessiva di recupero dei rifiuti di imballaggio è di circa il 70%.
Imballaggi riutilizzabili
Le cassette IFCO risolvono in modo razionale e conveniente il problema ecologico dello smaltimento degli imballaggi. Esaurita la sua utilizzazione, può essere richiuso, lavato con cura dalla stessa società di produzione e rispedito nuovamente agli esportatori, i quali lo rimettono sul circuito del mercato internazionale. Il costo di gestione, lavaggio e movimentazione delle cassette IFCO è in media uguale al costo degli imballaggi tradizionali. Il sistema a rendere discende dal fatto che una cassetta ripiegata occupa uno spazio 5 o 6 volte inferiore rispetto a quella piena. Anche questi imballaggi sono garantiti da certificazione, a conformità delle caratteristiche e dei requisiti stabiliti dalle norme UNI/EN 13117-1, per evitare problemi di misure di base, resistenza al carico e agli urti e di igiene. Questi contenitori non producono alcun rifiuto, vengono riutilizzati non meno di 25 volte, e in caso di rottura possono essere riciclati o recuperati con buon rendimento termico.
Informazioni più dettagliate sull'argomento imballaggi delle uve sono contenute nel Nuovo Manuale di Viticoltura di Mario Colapietra.
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Mario Colapietra
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