Il Consorzio di Produttori di Limoni Associati di Rocca Imperiale ha ritoccato al ribasso le stime per il raccolto 2023/24, con una flessione del 25-30% rispetto alla stagione passata.
Il calo produttivo è da attribuire all'andamento climatico registrato non solo nei mesi di maggio/giugno, con piogge abbonanti e umidità che hanno compromesso la fioritura e l'allegagione, ma anche alle alte temperature di luglio e agosto, le quali hanno poi aumentato notevolmente la cascola fisiologica dei frutticini, la percentuale di scottature e rallentato l'ingrossamento del prodotto.
"Prevediamo di raccogliere e vendere poco più di 1.000 ton di limoni tra dicembre e maggio, rispetto alle 1.300 ton vendute nella passata stagione, che era stata già segnata da una riduzione delle rese. Le temperature sono state vicine ai 40° fino allo scorso lunedì. Si continua a irrigare ogni 6-7 giorni, ma non basta. E' difficile aumentare le turnazioni irrigue: c'è stato molto assorbimento negli ultimi due mesi".
A preoccupare il Consorzio di Produttori non è tanto la riduzione dei quantitativi da raccogliere nella prossima annata, ma le ripercussioni commerciali provocate da un andamento climatico autunnale sfavorevole per lo sviluppo e la maturazione dei limoni. "Se le temperature si manterranno miti a settembre, ottobre e novembre proprio come lo scorso anno, si potrebbe registrare un accavallamento dell'offerta con il prodotto proveniente da diversi areali meridionali italiani ed esteri. Ciò genererà una maggiore quantità di prodotto da smaltire sui mercati e quindi una conseguente flessione dei prezzi di vendita, che, sommata alle stime al ribasso, potrebbe rendere poco soddisfacente l'annata".