"Nel testimone, un appezzamento con 4 file di peri, ho avuto un danno da cimice asiatica di oltre l'80%. Nel pereto trattato con la miscela di polveri, il danno è stato del 5, massimo 10%". Lo afferma Mauro Gavioli, che coltiva 24 ettari di pero tutti in regime biologico a Cavezzo, in provincia di Modena. Ha 8 varietà, fra cui la Passacrassana, ormai abbandonata da tutti. L'agricoltore ritiene che il pero sia la coltura più difficile in assoluto da ottenere in regime bio.
Mauro Gavioli al convegno Agri2000 del 19 settembre 2022
"Contro la cimice asiatica ho seguito la sperimentazione proposta da Agri2000 - afferma l'agricoltore - e ho ottenuto risultati soddisfacenti. Credo che si possa migliorare, in quanto il 2022 è stato un primo anno di prova".
L'agricoltore ha utilizzato una miscela di zolfo e geo-polveri: diatomee, cabasite, zeolite, limo e argilla con dosi e tempistiche concordate con i ricercatori di Agri2000.
"Sono certo che gli ottimi risultati siano stati ottenuti grazie alle polveri in quanto sia il testimone, sia alcune piante molto alte non raggiunte dal polverizzatore, hanno subito soglie di danno altissime".
Sul fronte prezzi invece, Gavioli non è così soddisfatto dal mercato: "I costi in crescita hanno eroso tutta la marginalità. Per produrre un kg di pere servono non meno di 80-90 centesimi. Sono convinto che ci vorrebbe una legge che gestisca i costi. Ismea Camere di Commercio devono certificare il costo e, dal produttore in avanti, ogni anello della filiera deve avere il suo giusto ricarico, senza esagerare, ma tutti devono poter sopravvivere. Attualmente, invece, tutti guadagnano (poco o molto); solo noi produttori dobbiamo sperare nelle briciole lasciate da chi 'mangia' prima di noi", conclude.