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Fastuca Fest, la festa del Pistacchio di Raffadali DOP e le virtù del portinnesto Scornabecco

Una tre giorni interamente dedicata alla celebrazione del Pistacchio di Raffadali DOP (vedi articolo correlato), quella archiviata lo scorso 18 settembre, in un'atmosfera non solo festaiola ma intrisa di contenuti tecnici agronomici e visite in campo.

Rino Frenda

Lontani, ma non troppo, dal FastucaFest, abbiamo compiuto una visita in campo, alla scoperta di pistacchieti che per buona parte si trovano tra altre coltivazioni, quali fichi d'india, vigneti e frutteti vari, in contesti di biodiversità davvero sorprendente. In compagnia del presidente del "Pistacchio di Raffadali DOP", Rino Frenda il quale ci ha fatto da guida d'eccezione, abbiamo approfondito l'argomento pistacchio.

Qui un pistacchieto tra i fichi d'india. (Clicca qui per vedere il fotoalbum)

"Non di rado, qui un appezzamento vede la presenza di poche piante, circondate da altre specie - ha detto Frenda - perché da queste parti, cioè nell'entroterra agrigentino, per tradizione molte famiglie possiedono almeno qualche pianta di "Fastuca" (pistacchio): un termine che ci deriva dalla dominazione araba in Sicilia. Furono proprio i "Mori", infatti, a incrementarne la coltivazione, sebbene la cultivar fosse già presente da molti secoli sull'Isola, così come nel resto del Mediterraneo, provenendo dall'Asia".

La caratteristica dei pistacchi, qui a Raffadali (AG), è che crescono sfiorando il terreno

La visita in campo ci ha dato anche l'opportunità di conoscere qualche aneddoto sul portinnesto scornabecco, ovvero Pistacia terebinthus, e sulle sue "funzioni" di risposta fisiologica agli attacchi da insetti.

In evidenza una foglia (aperta eccezionalmente per farcelo documentare) del succhione di scornabecco, cioè del portinnesto, che ha imprigionato gli afidi. (Clicca qui per vedere il fotoalbum)

"Scornabecco vuol dire letteralmente corno del becco o dell'irco, cioè del caprone, e deriva dalla foglia che si trasforma diventando una vera e propria gabbia per gli afidi che attaccano la pianta - ha spiegato Frenda - All'interno del corno, solo una minima parte degli afidi muore, mentre la maggior parte di essi trova nutrimento e viene rilasciata solo in pieno inverno, quando non può nuocere alla pianta poiché non sopravvive a causa delle basse temperature invernali. Sono i succhioni del portinnesto, dunque, a proteggere la pianta che attiva una forma di autodifesa che solo la natura sa creare nella sua perfezione.

Qui Frenda abbraccia un tronco di pistacchio secolare per mostrarne il diametro imponente.

La Denominazione di Origine Protetta Pistacchio di Raffadali DOP è riservata al prodotto, in guscio, sgusciato o pelato, delle piante della specie botanica "Pistacia vera", cultivar "Napoletana", chiamata anche "Bianca" o "Nostrana", innestata su "Pistacia terebinthus".

Il Pistacchio di Raffadali DOP è caratterizzato da una forma allungata e da un colore verde. Il sapore è dolce, gradevole e pronunciato ed è molto ricco di olio.

Lo stand, nell'area expo, del Pistacchio di Raffadali DOP

La zona di produzione del Pistacchio di Raffadali DOP ricade all'interno dei confini dei seguenti Comuni della Provincia di Agrigento: Raffadali, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Agrigento, Cianciana, Favara, Racalmuto, Sant'Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Cattolica Eraclea, Casteltermini, Santo Stefano Quisquina, Aragona, Comitini, Grotte, Montallegro, Alessandria della Rocca, Siculiana, Realmonte, Naro, Porto Empedocle, Castrofilippo, Campobello di Licata, Ribera, Canicatti, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Camastra; Montedoro e Serradifalco in provincia di Caltanissetta, nella regione Sicilia. (Clicca qui per leggere l'articolo correlato)