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Peschicoltura a rischio per i costi in aumento e la guerra Russia-Ucraina

Oggi investire in agricoltura fa paura

"La guerra in atto tra Russia e Ucraina è una situazione pesante per tutti, non riguarda solo i due Paesi coinvolti. E si ripercuote anche sulla nostra economia: dopo gli incrementi dei costi generali di inizio anno, ora registriamo ulteriori aumenti vertiginosi per fertilizzanti, reti e carburante, ad esempio. Investire in agricoltura, a queste condizioni, fa paura". Così il produttore pugliese di drupacee Nicola Bollino si fa portavoce del pensiero di diversi operatori del comparto.

"Il governo non ci supporta in alcun modo e i costi di produzione sono raddoppiati, se non addirittura triplicati. Non sappiamo come evolverà la situazione, ma di certo siamo passati da 0,33-0,38 a 0,75 euro di spese in più al chilogrammo di pesche e nettarine prodotte. Inoltre, la manodopera specializzata è poca e trovare operai ora sta diventando difficilissimo - continua Bollino - Dobbiamo sperare che non ci sia una gelata e che tutto vada bene".

"Alla fine, sono i produttori a rischiare e a rimetterci maggiormente. Chi commercializza fa gli ordini in base alla richiesta di prodotto. Invece siamo noi che, oltre a sottostare ad aumenti continui dei costi, siamo in balia del clima e non sappiamo, fino a fine campagna, se gli sforzi fatti saranno ripagati e come i consumatori reagiranno".

"Siamo in un periodo talmente pesante e critico, che oggi investire è diventato un atto d'amore e di enorme coraggio. Non è facile uscire nei campi la mattina e non sapere se quello che abbiamo investito ci tornerà indietro o se ci rimetteremo solo tantissimi soldi. Quest'anno abbiamo visto farmacie agricole, che in passato vendevano elevati quantitativi di concime, non venderne proprio o vendere a pochissimi clienti. La gente non riesce a investire, e questo significa che la qualità sarà per pochi. E' questo l'umore che si percepisce oggi".

Secondo quanto riferisce Bollino, circa il 40% dei produttori ha estirpato le proprie piante di drupacee, mirando a colture di più facile remunerazione. "Ma tanti altri, invece, le stanno piantando e si chiedono: il gioco varrà la candela?".

E sulla prossima campagna drupacee...
"Un'annata negativa segnerebbe la fine del nostro comparto agricolo, dopo tanti anni duri e segnati dalle gelate - spiega Bollino, in relazione alle ultime previsioni meteo - La peschicoltura è a rischio nella nostra nazione, ne sono convinto. In termini di coltivazione, il periodo invernale non è stato troppo freddo, ma abbiamo registrato e continuiamo a registrare dei forti sbalzi termici, che finora, per fortuna, non hanno creato problemi".

"Rispetto alle due ultime annate, per quanto riguarda la mia azienda, ci ha salvato il fatto che la fioritura sia in ritardo di circa 10 giorni. Al momento, le piante sono nella fase della caduta petali e, se non arriva il freddo previsto, tra una settimana le varietà Patagonia, Early Bomba e Zincal, tra le altre, saranno già in fase di scamiciatura. Dal punto di vista delle rese, quest'anno prevediamo grossi quantitativi e speriamo in discreti prezzi di vendita", conclude Bollino.