Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Per Bioplanet lotta biologica nelle serre del sud d'Italia

Lotta serrata contro acari e Drosophila nei piccoli frutti in coltura protetta

Da un paio d'anni, al sud d'Italia sono aumentati i danni da acaro tarsonemide negli impianti di lampone in coltura protetta. Lo conferma il tecnico Carmine Lanaro, punto di riferimento per Bioplanet in Campania e specialista di piccoli frutti. "Per contrastare questo acaro - esordisce Lanaro - è indispensabile utilizzare gli insetti utili. Noi abbiamo messo a punto una strategia tramite due acari predatori, Ambliysius andersoni e Ambliysius cucumeris".

"Avendo iniziato la lotta biologica in prevenzione già a fine settembre - aggiunge - abbiamo contenuto in maniera molto efficace la proliferazione del tarsonemide. I 'nostri' due acari predatori sono generalisti, ma colpiscono bene l'obiettivo e insieme stanno dando degli ottimi risultati".

Ciò è molto confortante, in quanto non vi è una lotta chimica efficace, perciò l'uso degli insetti utili è basilare non solo per chi coltiva in regime biologico, ma anche per chi è in regime integrato.

Un altro problema di questi mesi è relativo alla Drosophila suzukii sia su lampone, sia su fragola e fragolina. "In questo caso, la lotta comincia fuori dalle serre, con la distribuzione del parassitoide Trichopria drosophilae. Quest'anno, date le condizioni meteo si sperava in una popolazione inferiore di Drosophila, ma non è così. Ormai l'insetto è endemico e occorre agire ogni anno con costanza e tempestività", precisa Lanaro. 

Trichopria mostra uno spiccato dimorfismo sessuale, con la femmina più grande del maschio, che presenta antenne lunghe e ricche di setole, utilizzate in un elaborato rituale di accoppiamento. La femmina ricerca al suolo le pupe neoformate di Drosophila e vi depone un uovo, in particolare nella larva ancora distesa al suo interno.

In seguito, la larva di trichopria divora completamente Drosophila nel suo pupario sino a mutare in adulto che ne fuoriesce praticandovi un foro circolare. Ogni femmina di trichopria può colpire sino a un centinaio di drosofile, con un ciclo di sviluppo che dura tre settimane, permettendo così un succedersi continuo di generazioni con un rallentamento solo nei mesi più freddi.

Per maggiori informazioni: 
Bioplanet
Via Adriano Olivetti 85
Cesena (FC) - Italy
info@bioplanet.it 
www.bioplanet.it