Il 33,7% degli alimenti spagnoli analizzati nel 2019 presentava residui di agrofarmaci. Tale percentuale sale al 44,4% nella frutta e verdura. In alcuni prodotti, come le fragole, i ricercatori hanno rilevato residui di 37 diversi principi attivi, 25 dei quali possono influenzare il sistema ormonale umano.
Infatti, secondo il rapporto ‘Dritto ai tuoi ormoni. Guida agli alimenti dannosi’, preparato dall'ONG Ecologistas en Acción e reso pubblico l'11 maggio, nel 2019 le fragole sono finite in cima alla lista degli alimenti che, nel complesso, avevano la più alta presenza di queste sostanze, seguite da mele, lattuga, pomodori e pesche. Il rapporto analizza gli ultimi dati ufficiali disponibili sulla presenza di pesticidi negli alimenti forniti dall'Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione (AESAN).
La ONG ha voluto mettere in evidenza la contaminazione degli alimenti venduti in Spagna, oltre che mettere in guardia sugli effetti che ciò può comportare sulla salute.
Uno dei dati più rilevanti emersi dal rapporto è che il 31% dei pesticidi corrisponde a sostanze non autorizzate in Europa, a causa della loro tossicità. Inoltre, il rapporto sottolinea che una parte dei pesticidi utilizzati rimane negli alimenti in forma invisibile e raggiunge la bocca dei consumatori.
Per quanto riguarda le analisi effettuate dall'AESAN per garantire che questi residui non superino i limiti massimi di sicurezza, la ONG ha chiarito che il 98,3% dei campioni rispettava la normativa in vigore nel 2019 perché, pur avendo residui di pesticidi, questi erano inferiori al limite consentito.
Tuttavia, ha dichiarato l'ONG, la percentuale reale potrebbe essere più alta, perché AESAN non include nella sua analisi i pesticidi che vengono più utilizzati nei campi. Un esempio è l'1,3-dicloropropene. Nonostante sia il terzo pesticida più usato nel 2019 e sia stato studiato per il suo potenziale cancerogeno dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), AESAN non lo include nella sua analisi.
Interferenti endocrini
L'ONG ha sottolineato che qualsiasi quantità di pesticidi che influenza il sistema ormonale attraverso gli interferenti endocrini potrebbe causare danni alla salute in un modo paragonabile alle sostanze cancerogene.
"I limiti massimi di residui utilizzati dall'AESAN non proteggono da questi pesticidi. L'unica protezione è proibirne l'uso", ha sottolineato l'ONG. Inoltre, l'ONG ha messo in guardia che, secondo la comunità scientifica, l'effetto combinato di diverse sostanze pone un pericolo sconosciuto e impossibile da valutare per la popolazione.
Ecologistas en Acción ha ricordato che i regolamenti europei, come la strategia "Dal campo alla tavola" e la direttiva sull'uso sostenibile dei pesticidi, richiedono una riduzione del 50% dell'uso di pesticidi chimici entro il 2030.
Fonte: europapress.es