Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Un operatore: "In Italia rendiamo complicato quello che sarebbe semplice"

Aggregazioni? Sarebbe gia' tutto pronto, manca solo la volonta' di farle

"Sono 25 anni che sento parlare di aggregazioni in ortofrutta ma, alla resa dei conti, non si è fatto nulla. A questo punto, sarebbe più serio non parlarne affatto". Lo afferma un manager del settore, la cui azienda opera nel nord d'Italia, ma che preferisce rimanere nell'anonimato. La sua opinione non è nulla di diverso da quanto, in tanti, pensano e dicono più o meno pubblicamente.

"Nei giorni scorsi, si è parlato di Opera per via del cambio di direttore che avverrà a breve (cfr. FreshPlaza del 29/01/2021) ma in realtà credo che al sistema frutticolo italiano non servano sovrastrutture, ma soltanto mettere in rete quel che già esiste. Ad esempio, nel settore pere dell'Emilia Romagna, sono sorte le compagini Opera e poi, a ruota, Origine. Ma sarebbe bastato mettere in gioco il marchio IGP delle pere dell'Emilia Romagna, operando in questo modo: tutti coloro che producono pere a Indicazione Geografiche Protette, infatti, si accordano per stabilire un prezzo che sia remunerativo per tutta la filiera. E tutti rispettano i patti".

"A quel punto - continua l'operatore - si va dalle varie catene della GDO e si dice che tutte le pere IGP dell'Emilia Romagna, categoria per categoria, hanno un determinato prezzo. Sapete cosa risponderebbe la GDO? Che così va bene, non tanto perché si troverebbero di fronte alla totale aggregazione di questa particolare offerta, ma perché a una catena della GDO importa che il suo concorrente non compri lo stesso articolo a un prezzo inferiore. Per una catena di supermercati 10 centesimi in più al kg non fanno alcuna differenza, perché se il prodotto è buono e di qualità il consumatore li paga senza problemi. Ma quei 10 centesimi costituiscono la vita per tutti i produttori".

Negli anni non sono mancate le proposte, dalla base, per aggregare il settore pur mantenendo l'autonomia delle singole strutture. Come quella di Francesco Donati (cfr. FreshPlaza del 28/03/2017) secondo il quale: "Ognuno continua sulla sua strada, ma al vertice della piramide vi è un unico soggetto che fattura. Ogni acquirente deve rivolgersi solo al vertice della piramide. Se fa una telefonata a un soggetto della base, questo deve rimandarlo al vertice. Chi non è all'altezza del livello minimo di qualità e organizzazione, è fuori gioco".