"Da pochi giorni abbiamo iniziato a raccogliere le castagne della stagione 2020. Si prospetta un'annata interessante, perché la pezzatura dei frutti è buona e, al momento, non si registra la presenza di Cydia. Le castagne risultano quindi particolarmente sane". Così Maria Antonietta Mascaro (foto a lato), castanicoltrice del Reventino, monte ai piedi dell'appennino silano, nel cuore della Calabria, e delegata regionale di Donne Impresa.
"Le cultivar presenti nei nostri boschi sono state piantate da mio nonno - continua Mascaro - Abbiamo una bella biodiversità e ogni castagna ha le sue peculiarità. Per l'annata 2020, la speranza è che sia un'annata produttiva, anche se un po' più tardiva rispetto alle annate precedenti. Molti ricci, infatti, sono ancora verdi".
La situazione si presenta omogenea e di buona qualità, con piante resistenti quasi come in fase pre-cinipide, in tutte le aree della regione, ad eccezione di piccole zone che hanno sofferto siccità e maltempo.
Se la produzione nazionale è in crescita e di qualità, superiore alle 35.000 tonnellate, anche la Calabria registra un trend in aumento del 20-25% rispetto allo scorso anno, che si può considerare quello della ripartenza dopo che il cinipide galligeno aveva quasi azzerato l'intera produzione regionale, a partire dal 2009 (cfr. FreshPlaza del 14/03/2019).
Gli effetti del coronavirus sul mercato
Secondo Coldiretti Calabria, la chiusura di fiere e sagre colpisce pesantemente un consumo molto emozionale, legato allo stare insieme e alla convivialità all'aria aperta, anche se si registra un aumento dei consumi da parte delle famiglie.
La castagna è, prevalentemente, un prodotto da evento e si rischia una guerra dei prezzi, anche alla luce della grande quantità di prodotto presente sul mercato europeo. Il rischio è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori.