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In un convegno organizzato da Agri2000

Il problema della cimice asiatica discusso al Macfrut

Dopo un ritardo dovuto a problemi tecnici, la cimice asiatica è arrivata anche al Macfrut Digital e poi il convegno è proseguito secondo il programma. Organizzato da Agri 2000, il Forum è stato dedicato alle novità e alle sperimentazioni che, in campo e in laboratorio, stanno cercando di fornire biosoluzioni efficaci nella lotta alla cimice asiatica, responsabile anche in Italia di ingenti danni alle produzioni frutticole.

A fare il punto, coordinati da Davide Bernabè di Agri 2000, ricercatori internazionali, coltivatori, tecnici e imprenditori dell'industria di bioprodotti per un confronto sulla efficacia di tali sperimentazioni, con uno specifico focus sul Progetto di lotta biologica con utilizzo di Trissolcus japonicus, la cosiddetta vespa samurai antagonista naturale della cimice, che proprio in Emilia Romagna ha avuto una delle sperimentazioni più ampie.

Camillo Gardini

A Luca Casoli, direttore del Consorzio Fitosanitario di Modena, il compito di presentare il progetto che – è stato ricordato – ha affrontato un iter difficile per l'iniziale divieto di introduzione di specie esotiche nel paese. Casoli ha ricordato le tappe principali del lavoro svolto fino ad oggi: "Le attività sono iniziate nel 2019, con individuazione di strutture per l'allevamento, poi una volta arrivata l'autorizzazione, si è proceduto alla moltiplicazione e alla individuazione di 300 punti di rilascio in Emilia Romagna, una delle zone più colpite dalla cimice, selezionati in contesti con ridotto uso di insetticidi. In questi giorni, sono state ultimate le verifiche in campo. Nelle prossime settimane dovremo iniziare a leggere i risultati, ma non è semplice avere una valutazione complessiva del progetto".

Uno dei punti più problematici in fase di verifica è legato alle fluttuazioni delle popolazioni di cimice asiatica che, dal 2012, anno di comparsa nei nostri territori, ha alternato annate di flessione ad altre di pesante presenza, con conseguenze particolarmente negative sul prodotto.

Il punto sulla ricerca made in Usa è stato illustrato da Kim Hoelmer, research leader al Beneficial Insects Introduction Research Unit dell'United States department of Agriculture (Usda) in Delaware, intervenuto sugli attrattivi utilizzati, portando alcuni esempi di tesi di laurea e di studi ad alto grado di specializzazione per analizzare il comportamento del Trisolcus Japanicus, in particolare sulla sua capacità di identificare le uova di cimice da parassitare, nonché sui benefici di longevità che derivano da piante da fiore e su alcuni comportamenti specifici di questo insetto.

Sempre dagli Usa è intervenuta la ricercatrice Tracy Leskey direttore dell'Usda Appalachian Fruit Research Station in West Virginia, che ha illustrato il lavoro di monitoraggio nell'utilizzo sia di diversi insetticidi sia di altre tecniche di controllo, dalle trappole a ferormoni alle reti di cui sono state misurate l'efficacia in base alla sistemazione in campo.

L'entomologa Elisa Marchetti di Agri2000 ha relazionato sulle esperienze di laboratorio condotte sulle uova e sui giovani di cimice, con prodotti come polvere di roccia o a base di funghi, e relativi test per verificare la percentuale di mortalità.

Vittorio Veronelli, Vicepresidente IBMA Italia, ha illustrato l'impegno dell'industria della bioprotezione in difesa delle produzioni agricole, sottolineando la crescita dell'utilizzo di questi prodotti negli ultimi anni: "Il Green Deal con Farm to Fork, con la richiesta di una agricoltura sempre più rispettosa dell'ambiente e un'alimentazione sostenibile, offrirà maggiore spinta alle bioprotezioni, il cui utilizzo negli ultimi anni è sicuramente aumentato. Purtroppo soffriamo di tempi lunghi per gli iter burocratici, mentre la ricerca offre soluzioni sempre più rapide".

Tra i relatori, anche Mauro Gavioli produttore emiliano e Fabio Zannoni tecnico agronomo di un'azienda romagnola, i quali hanno portato le rispettive esperienze di lotta alla cimice.