"L'andamento della campagna delle drupacee, negli areali del centro della Sicilia, non può certo dirsi entusiasmante". Sono le parole sconfortanti di Dario Brucculeri, imprenditore agricolo di Castrofilippo (AG), che prosegue nello sfogo: "Se le pesche, a causa delle condizioni meteorologiche, hanno avuto problemi di allegagione, non possiamo dire che le ciliegie siano andate meglio né per quanto riguarda la qualità produttiva, né tanto meno sul piano commerciale. Almeno non per la nostra azienda".
Dario Brucculeri (foto di repertorio)
"I prezzi alla produzione per le pesche della varietà My Crest e Lolita a inizio stagione, cioè i primi stacchi, si collocavano su 2 euro/kg – continua l'imprenditore - per stabilizzarsi poi nei giorni successivi un po' al di sotto. Analogo l'andamento per la ciliegia della varietà Grace Star, partita bene con una quotazione di 6 euro/kg, ma purtroppo la nostra produzione era carente. Rimane il dato che, comunque, non siamo riusciti a cogliere appieno nessuna fase commerciale per motivi produttivi, nonostante le nostre siano coltivazioni certificate e di pregio, che all'estero sono molto apprezzate".
"Dopo queste esperienze poco esaltanti - rivela l'esperto - adesso attendiamo la stagione delle pere Coscia che inizierà a luglio, in contemporanea o quasi alla stagione delle nostre uve da tavola, che inizia con la varietà precoce Pink Muscat".
L'azienda è disposta complessivamente su 45 ettari, 30 dei quali impegnati, appunto, con uva da tavola. Tra le varietà qui coltivate figurano l'Italia e la Red Globe, che sono le classiche del territorio. Inoltre, si coltivano uve senza semi su oltre 10 ettari, quali Centennial seedless, Crimson, Regal, Autumn Royal, King Ruby. Da qualche tempo, l'azienda di Dario Brucculeri ha inserito nel proprio calendario produttivo anche le varietà Apulia e Luisa, per ulteriori 7 ettari di uve apirene.
Uva insacchettata
Questa azienda si caratterizza per l'assenza della chimica nei trattamenti fitosanitari e riesce in questo intento grazie all'insacchettamento di ogni singolo grappolo, accorgimento che evita la ovodeposizione della Tignola sui grappoli di uva.
Questa metodica comincia a essere applicata nel 1989, per ovviare all'uso di fitofarmaci di sintesi, una scelta che ha aperto all'azienda i mercati più ricercati d'Europa, con una spinta al rialzo del valore intrinseco del prodotto, peraltro certificato come Biodinamico, apprezzato e pagato oltre il 30% in più rispetto al prodotto convenzionale.
Oggi, l'uva di quest'azienda raggiunge i principali retailer tedeschi e francesi; altre nazioni in cui l'azienda esporta sono Paesi Bassi e Belgio. Precisamente, il 38% della produzione viene esportata in Germania, il 43% in Francia, il 15% Paesi Scandinavi, mentre il rimanente 4% si vende tra Belgio e Paesi Bassi.
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