Le anomalie climatiche cui assistiamo già da qualche anno sono sempre più preoccupanti e minacciano seriamente l'agricoltura, a tutte le latitudini. Ultimo episodio della serie è lo sfasamento nella naturale sequenza della fioritura dei pistacchi in Sicilia, che abbiamo documentato (vedi Freshplaza del 08/05/2020) grazie alla testimonianza diretta del titolare di un'azienda, il quale ha portato alla luce il caso.
A sx. le gemme "ferme" di una pianta femmina e a dx. in contemporanea i fiori della pianta maschile. Il risultato? Non vi sarà impollinazione sul 90% (e oltre) dell'impianto.
Un'ondata di caldo anomalo, fuori stagione, e il repentino ritorno alle temperature di stagione, nell'areale di Butera (CL), in Sicilia, ha portato, come si faceva cenno, allo sfasamento della fioritura tra le piante maschili e quelle femminili, provocando con buona probabilità l'impossibilità dell'impollinazione. La mancata fruttificazione comporterà una perdita del reddito, a fronte di spese già affrontate.
Fonte immagine SIAS
E' solo uno dei tanti modi in cui la natura, ormai cambiata rispetto ai suoi ritmi, rappresenta un fattore di rischio elevatissimo. Per comprendere meglio cosa stia succedendo e come intervenire, laddove possibile, abbiamo contattato Corrado Vigo, consigliere nazionale del Conaf, con delega ai "cambiamenti climatici".
"I cambiamenti climatici cui abbiamo assistito in questi ultimi anni – ha detto l'esperto - si sono acuiti nel corso dell'inverno 2019/20, così come la siccità, restituendo alla Sicilia delle temperature invernali raramente viste prima e facendo sì che gennaio e febbraio non registrassero alcuna precipitazione piovosa".
Corrado Vigo
L'impossibilità di irrigare danneggia le colture
"Poche, pure, le piogge del mese di marzo – ha continuato Vigo - ma che hanno alleviato il deficit idrico accumulato nel corso dell'inverno. In questi giorni, poi, una ondata di calore ha fatto sì che il deficit idrico sia uscito allo scoperto in tutta la sua drammaticità, poiché tutte le colture, da quelle arboree a quelle ortive, hanno richiesto apporti irrigui maggiori, a causa dell'aumento esponenziale della richiesta evapotraspirativa".
Nella foto sopra: quel che resta di una gabbia di sezionamento di condotta (dai Consorzi di bonifica in Sicilia arrivano bollette da 3.000 euro/ettaro).
"Gli agricoltori che dispongono di risorse irrigue proprie come i pozzi – ha concluso il Consigliere - hanno potuto far fronte al maggior fabbisogno irriguo, ma chi, invece, dipende dai Consorzi di bonifica, è rimasto al palo, poiché questi ultimi devono ancora provvedere alla manutenzione delle reti irrigue e poi, ma non prima di metà fine giugno, potranno iniziare le erogazioni agli agricoltori. Una maggiore programmazione sarebbe auspicabile, così da fornire risposte certe agli agricoltori".