Questo 2020 è un anno davvero strano, in tutti sensi! In tempi di pandemia ed emergenza economica planetaria, non si fa in tempo a scrivere della siccità prolungata che ha attanagliato la Sicilia fino a due giorni fa (vedi Freshplaza del 25/3/2020), che si scatena un putiferio dal cielo. Ma le piogge sono state davvero cosi abbondanti o è il territorio che, ormai devastato dall'incuria, non riesce a metabolizzare questi cambiamenti repentini?
La zona più colpita è quella in provincia di Siracusa; altrove nella Regione i danni sono stati di poco conto
Con le piogge - tanto attese fino a ieri - di questi due giorni in Sicilia, il sistema idraulico di smaltimento delle acque piovane è andato nuovamente in tilt, a causa come sempre dalla trentennale mancanza totale di manutenzione dei corsi d'acqua, a partire dai canali consortili, per proseguire con torrenti e fiumi.
E' presto per fare la stima dei danni
"Le sezioni originarie dei corsi d'acqua - dice un agricoltore del Siracusano - non ci sono più: sono ormai invase dai rovi, canne, arbusti, alberi e, soprattutto, dai numerosi interramenti. E così, come già denunciato decine e decine di volte, non appena i corsi d'acqua vengono interessati dalle piene, accade quello che è successo ieri (leggasi il 25/3/2020), cioè disastri ovunque. Al momento è presto per fare un'esatta stima dei danni, che cominceremo a quantificare nei prossimi giorni".
Al solito, adesso, ci sarà il balletto del rimpallo delle competenze e lo scaricabarile su "evento eccezionale". Quel che rimane eccezionale, in tutto questo, è invece il perseverare nella noncuranza!
"Ma rimane un fatto – prosegue il nostro intervistato - la mancanza di manutenzione che è alla fonte di quanto è accaduto. Chi ci va di mezzo, alla fine, sono le aziende agricole, quelle che pagano l'IMU con sacrificio, una tassa patrimoniale che non serve, a quanto pare, a finanziare la manutenzione di questi corsi d'acqua da parte degli uffici preposti".
"E se le tasse devono servire al funzionamento delle risorse di pubblica utilità – prosegue l'intervistato - viene da chiedersi il perché di una tale scarsa attenzione da parte delle Istituzioni preposte alla conservazione del paesaggio; il perché della scarsa attenzione alla conservazione del reddito per gli agricoltori; il perché dell'abbandono del territorio per il mancato ricambio generazionale; il perché per l'esasperazione della tassazione diretta e indiretta...".
Insomma, la lista dei perché è lunga e potrebbe esserla ancora di più. Nel frattempo, gli agricoltori effettuano una manutenzione del territorio sia in inverno, regimando le acque con opportuni modellamenti dei terreni e con opportune opere di sgrondo, sia d'estate con le lavorazioni ai terreni. Quando però, per mancanza di reddito, iniziano a mancare gli agricoltori, finisce che in certe zone della Sicilia manca tutta l'attività di presidio del territorio e ciò rivela, in tutta la sua gravità, l'inefficienza della pubblica amminstrazione.