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In Sicilia e' mancato l'inverno

Mai come in quest'ultimo anno si sono manifestati i cambiamenti climatici, che si fanno sentire un po' ovunque nel mondo. Per quanto riguarda la penisola italiana, la situazione è stata ed è particolarmente difficile, i cambiamenti repentini e diversificati lungo il paese hanno avuto ripercussioni di intensità diversa. Se al Centro-Nord il tempo ha fatto registrare nelle ultime ore/giorni abbassamenti importanti delle temperature, con gelate che sono arrivate fino in Puglia, diversa è la situazione in Sicilia, anche se il trend rimane sovrapponibile.

Corrado Vigo

Qui abbiamo intervistato telefonicamente Corrado Vigo, esperto agronomo e consigliere nazionale del Conaf, con delega ai "cambiamenti climatici", che con noi ha fatto il punto della situazione.

"In Sicilia non abbiamo avuto un inverno – esordisce Vigo - ma una sorta di primavera che è iniziata a gennaio ed è terminata una settimana fa. Non abbiamo avuto piogge in tutto il mese di gennaio, di febbraio e fino a metà del mese di marzo, tant'è che molte aziende agricole sono state costrette a irrigare le loro colture. Sono stati irrigati frutteti e coltivazioni di orticole in pieno campo. Per dare una dimensione della gravità della situazione, basti sapere che chi aveva a disposizione risorse idriche ha irrigato addirittura anche il frumento".

Una situazione davvero pesante, quella delle mancate precipitazioni in Sicilia, che quasi non ha fatto notizia perché fagocitata dalla crisi del Coronavirus.

Precipitazioni dal 1° gennaio al 13 marzo 2020. (Clicca qui per ingrandire l'immagine) 

"In questi giorni, poi, stiamo assistendo a un ribasso generale della temperatura – prosegue il consigliere Conaf - con un crollo termico che avrà certamente delle conseguenze su tutte le colture, quelle stesse che avevano beneficiato delle temperature miti del periodo precedente, e avevano emesso le gemme e i fiori per l'annata in corso. Inevitabili saranno le ripercussioni per la nuova vegetazione e su tutte le colture, con maggiore preoccupazione per i fruttiferi e per gli agrumi; per questi ultimi, la produzione dell'annata precedente è stata danneggiata e flagellata da gelate, piogge alluvionali a fine ottobre e a novembre, venti ciclonici nel mese di gennaio, che hanno causato cascola importante".

"L'unico dato positivo che possiamo registrare in questi giorni sono le piogge che – aggiunge laconico l'esperto - purtroppo non colmeranno il deficit accumulato, ma sono le benvenute, dopo mesi e mesi di siccità. Il SIAS (Sistema Informativo Agrometeorologico Siciliano - ndr) – conclude Vigo - ha registrato una riduzione delle piovosità da gennaio a metà marzo di ben il 98,5%, e questi dati sono allarmanti".

Tabella precipitazioni: raffronto tra 2003-2019 e gennaio - marzo 2020. (Clicca qui per ingrandire l'immagine) 

Fra gli agricoltori, oltre al temuto calo termico di questi giorni, è chiara ed evidente la preoccupazione di affrontare un nuovo anno irriguo senza che le falde abbiano potuto rigenerarsi per via delle mancate piogge invernali.

"I consorzi di bonifica, dal canto loro – denuncia Vigo - non esercitano più il loro ruolo, ma sono diventati dei dispensatori di bollette insostenibili, per servizi non erogati o erogati in piccola parte e con grandi disfunzioni".

"Sul piano delle disponibilità idriche – fa sapere dal canto suo l'ANBI - si aggrava la situazione in Sicilia, nei cui bacini mancano 110 milioni di metri cubi rispetto a un anno fa (dall'inizio del mese, le riserve sono calate di ben 37 milioni di metri cubi)".