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A cura di Anna Parello

La rivoluzione dell'ortofrutta scatta silenziosa in Esselunga

Se ne parla da tempo, c'è chi asserisce di farla, ma preferisce non dirlo, perché teme di creare confusione al consumatore, c'è chi la fa e lo comunica grande e chiaro. Stiamo parlando del "Residuo Zero", ovvero della garanzia non di processo, bensì di prodotto, un livello di sostenibilità ambientale e di sicurezza alimentare considerato da taluni stakeholders come attualmente il più elevato e innovativo.

Come mi aveva sintetizzato circa un anno fa un operatore, la produzione integrata non è mai stata spiegata al consumatore, quella biologica consente l'utilizzo di sostanze sì naturali, ma potenzialmente pericolose, come il rame, le piretrine, l'olio minerale, mentre il Residuo Zero offre alle persone ciò che interessa, al di là del sistema produttivo scelto. Facile da spiegare, certo meno da fare, ma possibile, specie ora che anche gli organismi di certificazione si sono attrezzati per tale passo. Così, per esempio, Fellini Patrizio fa certificare le sue fragole della linea "Freschissimi – Residuo Zero" da CCPB, mentre Esselunga le sue albicocche linea Naturama da CSQA.

Mentre Coop Italia entro il 2019 avrà 15 filiere di ortofrutta "free from", cioè senza glifosato, altri erbicidi (terbutilazina, S-metolaclor e bentazone) e fitofarmaci, e su talune referenze della linea "Origine" riporta in etichetta la dicitura "Residui chimici molto inferiori ai limiti di legge (-70%)" grazie all'agricoltura integrata e di precisione, Esselunga lancia il "residuo zero" con le albicocche a private label "Naturama". Fornitore è la romagnola Società Agricola Guidi, la stessa che sempre in Esselunga da almeno un paio di anni fornisce il pollo allevato senza antibiotici col brand "pollo della Domenica".

Il messaggio di Esselunga in etichetta è breve, semplice ed efficace: le albicocche sono in primis 100% italiane, poi a residuo zero, con spiegazione del significato e indicazione dell'ente certificatore, poi a marchio d'insegna, certamente una garanzia per i clienti della catena. A chiudere il tutto un claim, che riunisce preziose parole-chiave quanto mai in voga: "Filiera controllata, gusto e qualità".

Esselunga, inoltre, scrive sul retro dell'etichetta il nome della varietà. Sembra una banalità, ma è una piccola silenziosa rivoluzione anche questa, perché apre la strada alla riconoscibilità del prodotto da parte del consumatore, che può capire, similmente a come fa da tempo immemore per le mele e altre macro categorie (pere, arance, uva), quale è la varietà che più soddisfa il suo gusto per poi cercarla e ricomprarla, piuttosto che ad ogni acquisto tentare la fortuna.

E mentre fanno capolino i primi prodotti certificati residuo zero, sempre silenziosamente va avanti nel reparto ortofrutta Esselunga la sostituzione dei vassoi in plastica con quelli in cartoncino (partita mesi fa con le mele, ora si è allargata a pere e pomodori).

Tornando alle albicocche Guidi, io le ho comprate, fiduciosa che, prodotte con tanta cura, siano anche buone, perché va bene il residuo zero, ma per avere successo il sapore deve essere da dieci!

Contatti:
Anna Parello
Marketing e Comunicazione per l'ortofrutta
Email: annaparello@gmail.com

Data di pubblicazione: