Tanti operatori del settore ortofrutticolo hanno partecipato ieri, 18 marzo 2019, al corso di aggiornamento organizzato da Fruitimprese Emilia Romagna sul tema "HACCP e igiene alimentare nel settore ortofrutta" tenutosi presso Iscom a Cesena.
L'attenzione ai temi dell'autocontrollo deve essere continuativa. L'avvocato Gualtiero Roveda, consulente Fruitimprese, ha affermato che "occorre tanta attenzione e controllo della filiera, specie in termini di residui. E' un illecito penale vendere e distribuire alimenti con residui di presidi sanitari tossici per l'uomo".
In questo caso, la Legge prevede anche l'arresto da uno a tre mesi e un'ammenda fino a 46mila euro. Prevenire è la parola d'ordine, da mettere in pratica, al fine di rientrare sempre in quel 98,3% di analisi senza residui (cfr. FreshPlaza del 19/02/2019) che fanno dell'Italia una nazione ai primi posti in Europa in tema di sicurezza alimentare.
Relatori Marco Zavatti e Guatiero Roveda
"E non basta avere il manuale di Haccp nel cassetto per mettersi a posto la coscienza", ha affermato l'esperto consulente in certificazioni Marco Zavatti. "Serve consapevolezza in ogni scelta: ad esempio, se si importa frutta dal nord Africa, occorre avere certezza che non vi siano residui di presidi sanitari autorizzati nel paese di origine ma vietati in Unione Europea. Può sembrare scontato, ma accadono anche di questi casi".
A margine del convegno si è parlato anche di imballaggi, di etichettatura non sempre consona, specie nei Mercati all'ingrosso, oppure dei problemi di igiene.
"A volte mi vengono messi a disposizione degli imballi a sponde abbattibili - ha detto un confezionatore di patate e cipolle - lavati sommariamente. Il mio dubbio è che se viene svolto un controllo dell'Usl, da quegli imballi sporchi possano essere rinvenute tracce di fitofarmaci non autorizzati su patata, ma presenti nel prodotto precedentemente confezionato. In quel caso, di chi è la responsabilità e come faccio io a dimostrarmi innocente?".