"L'Unione Europea dovrebbe prendere esempio dal Cile, nel momento in cui stipula accordi di libero scambio in materia ortofrutticola". Questo il parere di Marco Rivoira dell'omonimo gruppo piemontese, leader di settore. Secondo il manager, infatti, il Cile concretizza accordi solo nella formula "a specchio", vale a dire di piena reciprocità tra dare e avere.
"Il Cile non apre le proprie frontiere, in importazione, a nessun Paese terzo se non può anche esportare altrettanto, e fa benissimo", sottolinea Rivoira, ricordando la ben diversa situazione dei negoziati che la UE conduce con altri partner mondiali. "E' perfettamente insensato che l'Unione stipuli accordi di libero scambio per le merci in ingresso, delegando poi a ogni singolo Stato membro i negoziati per gli eventuali accordi sulle merci in uscita".
Che il gioco non sia "alla pari" è testimoniato anche dal valore di un container merci dry (nemmeno reefer) nel tragitto dalla Cina all'Italia e viceversa: "In arrivo, il container costa tremila dollari; in partenza, invece, solo 400 euro. E perché? Per la semplice ragione che dalla Cina fino a noi arriva pieno di merci, mentre nel viaggio di ritorno se ne va via vuoto! Con ben diversa tariffa di trasporto, ovviamente..."
Marco Rivoira, nel commentare l'attuale situazione sul mercato delle mele, sottolinea: "Se al momento i prezzi sono in flessione, come emerso anche da dati recenti (cfr. precedente news) ciò si deve alla sovrabbondante offerta di alcuni paesi europei, Polonia in primis. La quale però, perlomeno, ha la possibilità di esportare anche in Cina; una strada che a noi Italiani è ancora preclusa e che non si sa in che tempi mai apriremo".