
(Foto Coldiretti).
La Coldiretti ha fatto una ricognizione sulle conseguenze del fenomeno tra Modena, Bologna e Ferrara. Chicchi di grandine delle dimensioni di palline da tennis, però, sono caduti anche nel Veronese distruggendo le coperture in nylon delle serre, mentre nel Mantovano la grandine – rileva la Coldiretti - ha picchiato duro soprattutto su frutteti e vigneti. I danni maggiori sono registrati sulle pere, in stadio vegetativo più avanzato rispetto ai vigneti, ancora alla fioritura.
La violenta perturbazione che ha colpito il nord Italia si è aggiunta - ricorda Coldiretti - ai danni causati dai ritardi delle operazioni colturali per le continue piogge, che hanno impedito le semine e i lavori primaverili.
Della situazione di emergenza con cui sono costretti a vivere i cittadini dell’Emilia-Romagna colpiti in sequenza dal terremoto, dalle frane e da nubifragi si parlerà alla riunione della Coldiretti in programma per oggi 7 maggio alle ore 14,30 al teatro Ariosto di Reggio Emilia. Cambiamenti climatici, stabilità del territorio e preoccupazione degli abitanti sono al centro della ricerca svolta dal Censis per l’occasione. Interverranno tra gli altri il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, il presidente nazionale di Coldiretti, Sergio Marini, l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, il docente di costruzioni idrauliche dell’università di Bologna, Armando Brath.
Il prossimo 10 maggio a Bentivoglio, nell'epicentro della zona più colpita dalla tromba d'aria che si è abbattuta venerdì pomeriggio tra il Bolognese e il Modenese, si terrà invece l'Assemblea generale di Confagricoltura Emilia-Romagna. Sarà presente il presidente nazionale Mario Guidi che visiterà le aziende agricole maggiormente danneggiate, ma già pronte a ripartire, se verranno loro concessi gli aiuti dei fondi per la ricostruzione già messi in atto per il terremoto.
"Dopo mesi di lavoro, ripristino e sistemazione post-terremoto, lo Stato ha messo in piedi un meccanismo di aiuto importante - spiega Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna- bisogna che le aziende agricole devastate dalla tromba d'aria possano accedervi alle medesime condizioni."
"Auspichiamo - continua Garagnani - che venga presto portata a compimento la dichiarazione di stato di calamità ed evento eccezionale e che si mettano subito a disposizione adeguate risorse da destinare al Fondo di solidarietà nazionale."
In provincia di Modena, conclude Confagricoltura, sono ancora 5 i nuclei familiari che necessitano di un riparo dove vivere.
Secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori, le piogge intense e i violenti nubifragi degli ultimi giorni hanno impedito ancora una volta i lavori nei campi, facendo slittare ulteriormente in avanti il calendario delle colture primaverili. Così, però, si rischia di perdere il primo raccolto delle foraggere, mentre per l'ortofrutta si teme un calo delle rese produttive del 10%.
Da una parte - sottolinea la Cia - si riscontrano i danni della grandine e dei temporali molto violenti sui tanti frutteti in fioritura. Molto spesso in questa fase, o in quella di prima fruttificazione, piogge molto intense possono compromettere la potenzialità produttiva delle piante, abbassandone le rese, mentre per le orticole questi elementi di criticità meteo rallentano il processo di maturazione.
Il persistere delle condizioni di elevata umidità in suoli poco permeabili e pianeggianti - continua la Cia - fa temere per orticole e graminacee che si sviluppino condizioni di asfissia nel terreno e la conseguente creazione di muffe e funghi patogeni con la successiva perdita del raccolto.
Il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Massimo Coccia, dopo il sopralluogo nelle zone colpite dichiara: "La violenta tromba d’aria e la pesante grandinata che il 3 maggio hanno colpito le province di Modena, Bologna e Ferrara hanno creato problemi strutturali ad alcune cooperative operanti in queste zone e in parallelo hanno provocato ingenti danni alle produzioni agricole, in particolare alle colture frutticole, di cui al momento non è possibile quantificare l’esatta entità".
Anche Coccia conferma che i problemi maggiori sono registrati sui peri, che in questo periodo hanno già una discreta produzione di frutti: "Solo fra una decina di giorni potremo avere un quadro più preciso dei danni e potremo conoscere l’impatto della tromba d’aria e della grandinata sulle altre colture più diffuse nel Bolognese, in particolare le barbabietole e i vigneti."
"Passando dai campi alle strutture cooperative – ha sottolineato Coccia – i danni riguardano i tetti della cooperativa Venenta di Argelato e della cooperativa La Castellina di San Pietro in Casale, entrambe situate nella provincia di Bologna."
"Esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli agricoltori di questo territorio – ha concluso il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna – che erano già stati duramente messi alla prova dal terremoto di un anno fa. Purtroppo va registrato che di fronte al moltiplicarsi di eventi climatici estremi, sempre più frequenti, a livello regionale un’ampia percentuale di produttori, stimabile all’incirca intorno al 20-25% del totale, non ha ancora provveduto a stipulare un’apposita polizza assicurativa, nonostante la possibilità prevista dal 1° aprile."
In attesa dello stato di emergenza, i primi contributi della Regione Emilia-Romagna
Per fare fronte alle emergenze create in Appennino dalle piogge e dal maltempo di marzo e aprile scorsi, la Giunta regionale ha stanziato 800.000 euro. "Si tratta di un primo contributo della Regione Emilia-Romagna, in attesa della risposta del Governo alla richiesta del presidente Errani dello stato di emergenza – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni - Si potranno così finanziare i primi interventi necessari per contrastare i fenomeni di erosione e di dissesto, e gli interventi di manutenzione straordinaria delle opere pubbliche di bonifica, in particolare di quelle collocate sui corsi d’acqua minori e lungo la viabilità ancora in gestione ai consorzi di bonifica."
Tutti gli interventi programmati ricadono integralmente nelle aree montane, zone caratterizzate da una notevole fragilità sotto l’aspetto geologico e che richiedono pertanto una particolare attenzione dal punto di vista della difesa del suolo e della tutela delle aree agricole.