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Il settore ortofrutticolo in Europa vale 50 miliardi di euro: le sfide dell'aggregazione post 2020 secondo Italia Ortofrutta

Organizzazioni di Produzione di Italia Ortofrutta in assemblea, le sfide per un'aggregazione vincente e la definizione della PAC post-2020

Aggregazione e approccio di sistema per le OP, Organizzazioni di Produzione, veri e propri strumenti di organizzazione e concentrazione dell'offerta agricola. In questa forma di unione tra produttori l'Ortofrutta esprime uno dei massimi esempi. All'assemblea del 31 maggio 2018 di Italia Ortofrutta, nei saloni del Parco dei Principi Gran Hotel&Spa a Roma, è stato il momento di fare il quadro della situazione e delineare strategie per la PAC (Politica Agricola Comune) post-2020 che sarà delineata in questi anni e che traccerà le scelte europee sull'agricoltura per la prima metà del terzo decennio di questo secolo.

In Europa esistono 1.719 OP e il 46% dell'ortofrutta è aggregato in Organizzazioni di Produzione, mentre il sostegno al complessivo dello stesso comparto in Europa rappresenta il 3,5 per cento del bilancio del Pac.


Per l'Italia si contano 304 OP, sono stati approvati 291 programmi operativi, si registrano oltre 5,6 miliardi di euro in Valore complessivo della produzione commercializzata (VPC), mentre dall'UE arrivano annualmente nel Bel Paese 256 milioni di euro in aiuti.

A fare da "padrone di casa" dell'assemblea, Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale riconfermato per il secondo mandato consecutivo, Vincenzo Falconi (in foto qui sotto) direttore dello stesso organismo, che ha dipinto il quadro del settore paragonando la realtà europea e italiana.


A seguire, Alessandro Sorrentino, accademico dell'Università della Tuscia con "Politiche di mercato e potere contrattuale". Alla tavola rotonda, presenti Rosario Rago della giunta nazionale di Confagricoltura, Dino Scanavino, presidente CIA-Agricoltori Italiani, Franco Verrascina, presidente di COPAGRI e lo stesso Gennaro Velardo.

In un messaggio registrato da Strasburgo, ha parlato l'onorevole Paolo De Castro primo vicepresidente della ComAgri, confermato come relatore del Parlamento europeo nella Commissione Agricoltura per la proposta di direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella catena alimentare presentata il 12 aprile scorso da Philip Hogan, commissario all'Agricoltura (cfr. news correlata).

In ultimo l'intervento di Felice Assenza, direttore delle politiche internazionali e dell'Unione europea al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

Come evidenziato da Vincenzo Falconi, la preparazione e le idee per le nuove politiche agricole deve essere immediata, "Come di consueto, nelle nostre assemblee al centro sta un tema dominante. Quest'anno le trattative della futura Pac post 2020. Quindi serve un punto della situazione e un quadro di insieme".

"La nostra sfida – ha affermato Gennaro Velardo (in foto qui a lato) – è di accompagnare i processi di incontro tra OP e AOP anche nell'ottica del mercato. Dobbiamo abbattere le barriere tra noi per essere più forti". Del resto, con una concentrazione della domanda che accresce questa sua tendenza, dal punto di vista economico è ormai sempre più necessaria l'aggregazione dell'offerta nelle Organizzazioni di Produzione, così da consolidare la posizione dei produttori sul mercato.

"Il settore ortofrutticolo in Europa vale 50 miliardi di euro – ha rimarcato Falconi – il 21 per cento dell'agricoltura europea con 1,4 milioni di aziende, capace di creare un indotto pari a circa 150 miliardi di euro in valore sul 3 per cento della superficie dell'Unione Europea".


In Italia? "Siamo a 12 miliardi di euro in termini di valore – ha raccontato il direttore di Italia Ortofrutta – il 23% del settore agricolo, le aziende sono 462.500 per un milione di ettari di coltivazione. Un terzo di questa superficie è utilizzato da organizzazioni di produttori: da questi si ottiene circa il 50 per cento sia in quantità che in valore del comparto ortofrutta".

Per quanto riguarda i regimi di sostegno, a livello europeo il tutto è organizzato in tre ambiti di intervento: programmi operativi, l'aiuto al consumo/frutta nelle scuole e il sostegno ai gruppi di produttori. L'Italia è il primo paese per utilizzo del sistema, sia per i fondi di esercizio (232 milioni di euro su un totale di 822) sia a livello di sistema globale compreso il programma frutta nelle scuole e il sostegno ai gruppi di produttori per un totale di oltre 257 milioni di euro.

"Quello che emerge - ha proseguito Falconi - è che nei paesi dove c'è più ortofrutta, è più ampia la realtà delle OP, Organizzazioni di Produzione, quindi Spagna, Italia, Francia in ordine decrescente le prime tre dell'UE. Ma elencando le nazioni europee con il maggior numero di Organizzazioni di Produzione, Spagna, Italia, Francia, Polonia, Grecia e Portogallo, abbiamo classificato il livello di aggregazione: suddividendo il numero di OP per quanto rappresenta il comparto in valore, si è evidenziato che in Spagna ogni singola organizzazione rappresenta lo 0,11% circa dell'aggregato, in Italia siamo allo 0,20 e in Francia 0,23".



Cosa descrivono questi numeri? "Ogni OP controlla solo una piccola fetta di fattore aggregato nei primi paesi per numero di Organizzazioni di Produzione dell'ortofrutta. Al contrario, in nazioni dove si fa meno ortofrutta, ma dove i produttori sono più aggregati, partiamo da valori ben superiori, come il 5 per cento del caso belga. Fare una politica di settore facendo condividere alle Organizzazioni di Produzione delle linee di sviluppo, rende tutto più facile e fattivo", ha aggiunto Falconi.

Nella visione dello stato di fatto delle Op nel settore Ortofrutta, analizzando le realtà territoriali italiane, si è visto che un livello aggregativo molto difforme tra le diverse regioni: in quelle dove si concentra la maggiore produzione, nell'ordine, in Sicilia, Puglia, Campania, il livello è ancora molto basso, pari a solo un terzo delle realtà territoriali. E sono dati dell'ultimo anno. C'è ancora molto da fare.


Comunque il 45% dei programmi operativi interessa produttori di diverse regioni. Di fatto l'OCM, Organizzazione Comune di Mercato (insieme di misure che costituiscono un dispositivo capace di permettere all'Ue di gestire il mercato di settore) si sta sempre più caratterizzando come una politica nazionale che non è delimitata dai confini amministrativi regionali.

Questo fattore sta funzionando, vista la continua crescita nazionale del VPC: dal 2002 a oggi l'incremento è stato del 67 per cento, equivalente a un tasso annuo medio di oltre il 4 per cento.



Sulle misure del programma operativo in Italia c'è più concentrazione sul miglioramento della qualità (37% delle risorse contro la media europea del 20), mentre a livello UE la media è molto sbilanciata sul miglioramento delle condizioni di commercializzazione.



Importanti notizie da Felice Assenza del Mipaaf: il decreto sul Tavolo Ortofrutticolo Nazionale è pronto alla firma per entrare in vigore; ora serve naturalmente, l'operato del neoministro alle Politiche Agricole (cfr. news correlata), essenziale anche per dare il via al tema non più rimandabile del catasto ortofrutticolo nazionale.

Autore: G.G. per FreshPlaza
Data di pubblicazione: