Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Zucchina bianca a disco Early White Scallop: un esempio di tutela della biodiversita'

"Una zucchina dalla forma insolita e curiosa, bella da vedere e buona da mangiare perché al suo tipico sapore delicato unisce uno spiccato retrogusto di carciofo. Parliamo della Early White Scallop, una varietà pressoché sconosciuta in Italia, perché caduta in disuso negli anni fino a scomparire dai mercati ortofrutticoli".



"In Italia era conosciuta con il nome di Scaloppino - forse perché il nome inglese non era così facile da pronunciare - italianizzazione di Scallop che in inglese significa festone, dalla forma di questo attraente ortaggio, il cui bordo è ondulato e festonato e la cui forma appiattita fa pensare a un fiore o un disco volante".

A raccontare a FreshPlaza l'avventura per riportare sui campi la coltivazione della Early White Scallop è Sara Alonzi che, grazie alla passione per la ricerca di cultivar antiche e per gli scambi di semi della tradizione, è riuscita anche a riportarla in uso come trasformato orticolo a marchio Faieta - Impronte di Gusto (leggi precedente articolo).



"Ogni tanto la si vede in bella mostra come zucca ornamentale da chi, tratto in inganno dal suo bell'aspetto, ignora che in realtà è una zucchina commestibile. La famiglia di appartenenza è sempre quella delle Cucurbitacee, una categoria di piante e ortaggi cui appartengono lo zucchino e la zucca, ortaggi che vengono classificati per il periodo di coltivazione estivo o autunnale: nel primo gruppo rientrano le zucchine e nel secondo le zucche. Il suo nome è Cocurbita Pepo Early White Scallop, e rientra per resistenza al freddo e per epoca di maturazione decisamente nel primo gruppo. Anche la finezza della polpa e la sottigliezza della buccia tendono a configurarla come appartenente alle zucchine".



"Questo ortaggio dall'aspetto curioso - racconta Sara - ha origini antichissime: alcuni semi sono stati ritrovati in grotte ecuadoriane e paiono risalire a 12000 anni fa. In uso presso le civiltà precolombiane per centinaia di anni, venne importato in Europa nel 1591 circa. In America ha una storia speciale... infatti la Early White Scallop, insieme a mais e fagioli costituivano le tre coltivazioni primarie, definite come "Le tre Sorelle" in quanto operavano in simbiosi, sia a livello nutrizionale che ecologico. Il mais infatti fungeva da sostegno per i fagioli che dal canto loro rampicavano sui sostegni creati dai fusti del mais, contribuendo a radicarlo al suolo; inoltre arricchivano il suolo di azoto, favorendo la crescita delle zucche, che creavano ombra con il loro fogliame contribuendo a mantenere pacciamato e umido il terreno, oltre che libero dalle erbe infestanti. Infine, i tre cibi uniti nel pasto fornivano il giusto ed equilibrato apporto di carboidrati, proteine, grassi e vitamine". Un classico esempio, insomma, di agricoltura circolare.



"Ho iniziato a coltivarla nei miei terreni nel 2012 dopo una ricerca di ortaggi insoliti come le carote viola, la Mela Piana, la mela gelata, le susine Coscia di Monaca, la susina Regina Claudia o il mais fragola. Le rarità le trovo principalmente a mostre di appassionati di orticoltura, come per esempio in Romagna a 'Gli antichi frutti d'Italia si incontrano a Pennabilli' un borgo che ospita mostre, convegni nazionali e mercatini dedicati ai frutti antichi. Reperire conoscenze su questa varietà di zucchina è stata un'avventura difficile; adesso sono fiera di essere l'unica a produrla in Italia sia nella varietà bianca che gialla, anche se abbiamo puntato più su quella bianca per il particolare retrogusto di carciofo che la rende unica nel sapore, considerato che le zucchine solitamente hanno un sapore abbastanza standardizzato".



Attualmente la zucchina Early White Scallopp è tra le 5 varietà coltivate presso il Giardino della Vittoria della Smithsonian Institution, ognuna con la propria parte di storia americana e antecedente, con il proprio valore alimentare e con il proprio fascino. Presente in molte ex colonie, anche se sempre marginalmente, ancora oggi rimane una delle migliori varietà coltivabili, a partire dal suo aspetto insolito e invitante, dalla forma simile a una trottola che rende questo ortaggio ideale per sbizzarrirsi in cucina; per il suo particolare sapore e per la polpa, cedevole ma consistente.

Non ultimi per importanza i valori nutrizionali: 2gr di fibre per 100g di prodotto con solo 16 calorie; un bassissimo apporto di carboidrati, per cui una porzione da 100gr ne fornisce solo 3,3gr esattamente la metà della quantità di carboidrati presenti in 100g di patate.

"Attualmente - prosegue Sara - siamo gli unici in Italia ad averne una vasta coltivazione. A farne una produzione di nicchia non è solo la scarsa reperibilità, ma anche e soprattutto il sapore particolare, unico e speciale che abbiamo cura di mantenere tale, perfettamente distinguibile perché coltivato su terreno fertile anziché fertilizzato e con apporti idrici solo in soccorso. Queste attenzioni aumentano sia la conservabilità del prodotto sia il sapore in cui è perfettamente distinguibile lo spiccato retrogusto di carciofo che, in fase di trasformazione, esaltiamo con una punta di aceto, utile a mantenere anche la salubrità del conservato".



Periodo di semina

"La semina inizia generalmente ad aprile. In base all'andamento stagionale - racconta Sara - a volte seminiamo anche in marzo, mese in cui il rischio di ritorni di freddo o addirittura di gelate in Abruzzo, dove abbiamo i terreni, è ancora possibile, tanto che un anno per salvare le giovani piantine durante un'ondata di gelo abbiamo dovuto portare in casa tutti i plateau! Seminiamo abbastanza per avere un buon panetto di terra da trapiantare poi in maggio, quando la temperatura al suolo supera stabilmente i 7°. Interriamo 3 semi per foro, per essere certi della germinazione, provvedendo poi a togliere le piante in eccesso; nel caso di massima germinazione ne viene tolta una ancora in plateau e una post trapianto, per garantire l'attecchimento di almeno una pianta. A partire dal trapianto effettuiamo un'ulteriore semina, stavolta in pieno campo, per garantire una produzione scalare e fino al raggiungimento di circa 1000 piante".



Ciclo colturale

La pianta ha un ciclo colturale di 70 giorni e, dall'entrata in produzione, si ottiene un raccolto costante per un paio di mesi, salvo particolare siccità. Come per le altre colture, l'azienda agricola evita l'irrigazione, se non in soccorso, per ottenere un prodotto dal sapore più intenso e per evitare l'insorgere di malattie crittogamiche.

Il loro peso può superare i 600 grammi; la raccolta si effettua a giorni alterni, molto prima che il frutto si ingrandisca eccessivamente perdendo parte del suo originale gusto.

Articoli Correlati → Vedi