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Rapporto dell'ARPA

Quasi il 99% dell'ortofrutta consumata in Puglia risulta conforme

L'impiego di prodotti fitosanitari è una pratica colturale per proteggere le colture vegetali dagli organismi nocivi e migliorare la produzione agricola. Tuttavia l'uso di fitofarmaci costituisce un rischio, in quanto la presenza di residui di sostanze attive possono persistere negli alimenti e quindi essere ingeriti dall'uomo o dagli animali.

Da diversi anni, il laboratorio chimico del Polo di Specializzazione Alimenti di Bari svolge, in Puglia, l'attività di controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari in alimenti di origine vegetale. Utilizzando metodi accreditati, vengono analizzati campioni prelevati dalle ASL nell'ambito di piani regionali di controllo ufficiale, da USMAF nell'ambito del controllo sulle merci di importazione, dai Carabinieri del NAS e da altri Corpi di Polizia, nell'ambito di particolari attività di controllo nel settore agroalimentare.



Secondo il rapporto dell'attività di controllo, eseguita su 2231 campioni di origine vegetale nel biennio 2013 e 2014 per quanto riguarda la presenza di residui di prodotti fitosanitari, quasi il 50% dei campioni è risultato positivo alle sostanze attive e 20 campioni sono risultati non conformi.

Si ricorda che risultare positivo a una sostanza non significa essere "non conforme", poiché un alimento risulta non conforme quando le tracce rilevate sono superiori al LMR (Limite Massimo Residuo) definito dalla normativa vigente (Reg. CE 396/05 e s.m.). E' dunque da censurare il comportamento di alcuni media locali che hanno stravolto il dato per lanciare scoop allarmistici privi di qualsiasi fondamento.

Per campioni "con residui", ossia "positivi" si intendono quelli con presenza di residui a livelli di concentrazione maggiore del LOQ, che rappresenta la minima concentrazione di analita quantificabile tramite una procedura analitica.

I controlli sono stati effettuati su frutta, ortaggi, legumi, cereali e loro derivati, vino, olio, altri prodotti derivati, compresi quelli provenienti da agricoltura biologica e gli alimenti per l'infanzia per i quali i limiti sono più restrittivi data la grande attenzione riservata nel merito dalla Comunità europea.

Per l'intero biennio la maggior parte dei controlli ha interessato frutta e ortaggi: 71,6% nel 2013 e 64,1% nel 2014

Sono stati analizzati complessivamente 871 campioni di frutta di cui 236 (27%) senza residui e 635 (73%) con presenza di residui. Per la classe Ortaggi sono stati analizzati complessivamente 642 campioni di cui 341 (53%) senza residui e 301 (47%) con presenza di residui.

Dai dati emerge che man mano che aumenta il numero di residui contemporaneamente riscontrati in un campione, si restringono le tipologie di alimenti coinvolti. Per alcune matrici, riscontrare campioni con un numero di residui superiore a 4 è quasi una costante. Nella frutta, negli ortaggi e legumi si sono mediamente rilevati da 5 a 9 residui, ad eccezione dell'uva: albicocche (fino a 5 residui), mele (fino a 6), arance, pesche, pompelmi (fino a 7), fragole e pere (fino a 9), uva fino a 15 residui, cetrioli (fino a 5), carciofi (fino a 6), insalate e peperoni (fino a 7), pomodori (fino a 9).

Secondo il rapporto, rispetto al 2012, si è registrato da un lato una lieve diminuzione della percentuale dei campioni con presenza di residui, dal 53,6% di campioni "positivi" del 2012 al 49,3% del 2014, e dall'altro un leggero aumento della percentuale delle "non conformità" riscontrate, pur mantenendosi intorno all'1%, in linea con quanto rilevato a livello nazionale ed europeo negli ultimi anni.

L'aumento delle non conformità è spiegato dall'aumento del numero di molecole che oggi si ricercano, pertanto ciò che non si rilevava prima adesso potrebbe generare una non conformità!

Il numero di principi attivi ricercati dal laboratorio chimico del Polo di Specializzazione Alimenti è andato progressivamente aumentando negli anni, tanto che a fine 2014 è quasi triplicato rispetto al 2011, arrivando a 346 molecole ricercate.

Sempre dal rapporto emerge che negli ortaggi è stato riscontrato un numero maggiore di non conformità rispetto alla frutta. Anche la percentuale di irregolarità che si attesta al 3,6% per gli ortaggi è più alta rispetto a quello riscontrato per la frutta, in cui i campioni non conformi sono stati poco più dell'1%.

I prodotti che hanno presentato non conformità sono stati per la frutta: arance, fragole, clementine, melagrane, ciliegie, pesche, uva; pergli ortaggi: zucchine, lattuga insalata, cicoria, carciofi, rape, pomodori, bietole.

I dati presentati con questo rapporto non devono creare falsi allarmi ma essere da monito per continuare a mantenere elevato il livello di efficacia dei controlli al fine di assicurare un altrettanto elevato livello di tutela della salute dei consumatori.

Fonte: Rapporto Attività 2013-2014, 'Residui di prodotti fitosanitari in alimenti di origine vegetale' a cura di ARPA Puglia.

Contatti:
ARPA Puglia - Polo di Specializzazione Alimenti
Via Caduti di tutte le Guerre n. 7
0126 Bari – ITALY
Email: polo.alimenti@arpa.puglia.it