
(Foto: Giovanni Fusaro)
La Collezione "Massimo Biagi", prodotta nelle serre dell'Azienda Carmazzi senza l'utilizzo di fitoregolatori della crescita e nel rispetto dei ritmi naturali delle piante, raccoglie oltre 1.200 varietà di peperoncino provenienti da tutto il mondo ed è in assoluto la più estesa in ambito europeo. Durante il corso degli anni è diventata ancora più ricca.

(Foto: Giovanni Fusaro)
Al Peperoncino Festival 2016 non meraviglia quindi trovare una new entry: il Pimento del Sahara®. "Nel 2009 - racconta Massimo Biagi - mio nipote, sposato con una ragazza del Marocco, era in vacanza a Casablanca e girò nei mercati locali per trovare delle varietà di peperoncino da aggiungere alla mia collezione. Un beduino si offrì di portargli dei semi di una varietà coltivata in un'oasi del deserto del Sahara. Mi arrivò così una bustina con cinque semi che subito seminai. Per giorni non successe niente, fino a quando una mattina non trovai cinque ciuffettini che, a prima vista, non somigliavano per niente a una pianta di peperoncino".

(Foto: Giovanni Fusaro)
"Pian piano - continua Biagi - iniziarono a crescere delle foglie strette e lunghe e spuntarono dei piccoli bocci che, aprendosi, indicavano chiaramente che si trattava di una solanacea. Il fiore era piccolo, corolla bianca, petali fini ed allungati: sembravano quasi piccole stelle. Si trattava quindi di peperoncino: una pianta stranissima, mai vista".
Il ricercatore ha incontrato diverse difficoltà in quanto i fiori, dopo pochi giorni, cadevano. Ha cominciato quindi ad autoimpollinarli appena si aprivano. "Esaminai subito il primo frutto maturo: era di colore rosso/arancio, con un buon profumo, un buon sapore speziato e piccantezza medio-alta. Un sottile pericarpo, poca polpa, una leggera placenta filamentosa con purtroppo pochi semi".
Il Pimento del Sahara® è una varietà rarissima per cui arrivano richieste da tutto il mondo. L'unica difficoltà resta nel fatto che, per avere una buona produzione, è necessario un aiuto nell'impollinazione.