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Non solo ortica a Malalbergo (BO): una giornata alla scoperta delle piante spontanee commestibili

"Un piccolo laboratorio di socialità, in cui si collaudano argomenti e proposte da trasporre poi su scala più grande". Questa l'azzeccata definizione delle sagre fornita dall'agronomo Adriano Facchini in occasione di un incontro-convegno organizzato dall'associazione Amici dell'Ortica presso l'auditorium Minghetti di Altedo lo scorso 3 settembre 2016, in concomitanza con la Sagra dell'Ortica di Malalbergo (BO).


La sala dell'auditorium.

Si pensi proprio al caso dell'ortica. Nata in sordina, questa riscoperta di un'erba considerata infestante ha già prodotto interessanti sinergie con il mondo della trasformazione industriale nel settore agroalimentare. Facchini ha ricordato che già diversi prodotti a base di ortica sono stati lanciati sul mercato, come pane, pasta o piadine.


Adriano Facchini.

Coerentemente con quanto organizzato negli ultimi anni e nell'ottica di rendere la sagra un momento di approfondimento culturale e di divulgazione di argomenti poco noti, l'edizione 2016 della Sagra dell'Ortica ha affrontato il tema delle piante spontanee commestibili del territorio.


I relatori della giornata.

Due i relatori della giornata: il Prof. Vincenzo Brandolini, ordinario di Chimica degli Alimenti presso l'Università di Ferrara, e l'esperta di naturopatia e alimentazione naturale Gabriella Francesconi di Lugo (RA). Insieme, hanno affrontato il tema delle piante spontanee da un punto di vista non soltanto botanico, ma anche chimico, nutraceutico, salutistico e fitoterapico.

A prescindere dalla componente economica e commerciale che la riscoperta di erbe spontanee può produrre, l'occasione dell'incontro ha avuto anche una connotazione divulgativa e culturale: approcciare l'ambiente che ci circonda è oggi quanto mai un elemento di crescita, da condividere con le generazioni più giovani.


Riconoscere le erbe spontanee nei parchi e nei giardini: una dimostrazione pratica.

Non a caso il convegno ha incluso una breve escursione per il riconoscimento e la raccolta delle piante, momento che ha consentito di verificare in prima persona la diffusione di queste erbe anche nell'ambito di un contesto urbano e fortemente antropizzato.


L'esperta di naturopatia e alimentazione naturale fornisce indicazioni preziose.

Accompagnati da Gabriella Francesconi, i partecipanti hanno potuto riconoscere - tra le erbe del giardino pubblico limitrofo alla sala dell'auditorium - alcune specie e piante spontanee, e apprenderne le notevoli proprietà nutrizionali e curative. Nella passeggiata botanica, sono state individuate e descritte le seguenti piante: gramigna, piantaggine, romice, noce, portulaca, amaranto, malva, tarassaco, melo selvatico, malvone, verbena, bagolaro.


Una fase della passeggiata botanica.

Grazie agli interventi della stessa Francesconi e del professor Brandolini, si è poi effettuato un focus su cinque di queste erbe spontanee: ortica, portulaca, tarassaco, malva e piantaggine.


Prof. Vincenzo Brandolini.

Tutte queste sono chiamate piante alimurgiche, secondo la definizione del medico e naturalista Fiorentino Giovanni Targioni Tozzetti (1712 - 1783) per indicare quelle piante destinate a scopo alimentare rurale, utili per far fronte alle esigenze di sussistenza in occasione delle carestie.

Oggi che il nostro problema principale non è la carenza di cibo, bensì il suo eccesso, nelle piante alimurgiche possiamo riscontrare validi aiuti da un punto di vista della corretta alimentazione. Per ciascuna delle specie suddette, il professor Brandolini ha presentato una scheda sui composti fitochimici che hanno valenza nutrizionale, mentre la Francesconi ha suggerito alcuni usi culinari.


Gabriella Francesconi, anche autrice di libri-quaderno divulgativi come "L'Andar per Erbe".

In linea generale emerge una notevole componente di vitamine, minerali e sostanze antiossidanti in queste erbe spontanee, che si rivelano particolarmente utili nella prevenzione e nel trattamento di molte patologie.

Tra le proprietà dell'ortica si segnala la compresenza di ferro e vitamina C; quest'ultima rende il ferro ancor più assimilabile e biodisponibile. Non a caso, l'ortica si dava alle galline per arricchire il contenuto di ferro nelle uova. In cucina, poi, trova molteplici impieghi, dall'antipasto al dolce.



La portulaca contiene notevoli dosi di omega 3 ed era già conosciuta come pianta medicinale nell'antico Egitto e coltivata nel Medioevo. Apporta dal 2 al 40% delle RDA giornaliere dei vari principi nutritivi in essa contenuti. In cucina può essere utilizzata per realizzare pesto con cui condire la pasta o per gnocchi di pane o vellutate. Ottima anche fritta, saltata in padella o in insalata. L'elevata presenza di mucillagini la rende un ottimo lenitivo e anti-infiammatorio.



Da parte sua, il tarassaco è noto per la proprietà diuretica e depurativa: aiuta a smaltire i grassi e a combattere il colesterolo cattivo. Oltre che per il fegato, è utile per reni, intestino, polmoni e pelle. Si può utilizzare in insalate o per risotti. Commestibili anche i caratteristici fiori gialli, una volta eliminate le brattee verdi.



Già conosciuta per i suoi benefici oftalmici, la malva è emolliente e lassativa, con azione gastroprotettiva e utile contro il reflusso gastroesofageo, grazie alla presenza di tannini e pectine. Possiamo utilizzarla per le tisane, a patto di non esporla a temperature troppo alte, che rovinerebbero il contenuto di mucillagini.



Infine la piantaggine: astringente, antinfiammatoria, cicatrizzante, utile contro le punture di insetto. Il Prof. Brandolini ricorda anche la sua funzione antiossidante, grazie ai polifenoli contenuti. Una curiosità rivelataci da Gabriella Francesconi: le foglioline più piccole della piantaggine hanno un sentore e un aroma identici a quelli del fungo Porcino, tanto da trarre in inganno - nelle preparazioni culinarie - anche i degustatori più esperti.



In conclusione: l'approfondimento delle conoscenze scientifiche porta oggi a comprendere meglio quanto la sapienza contadina e popolare aveva già colto in ciò che la Natura ha da offrire spontaneamente. Siamo solo all'inizio di un percorso di riscoperta e valorizzazione. Così come accaduto nella comprensione dei vantaggi della biodiversità in campo ortofrutticolo, altrettanto l'alimentazione del futuro potrà trarre benefici da erbe spontanee che oggi calpestiamo senza darcene pensiero.