Il mondo della produzione chiede oggi più varietà resistenti e, se la selezione e produzione di cultivar resistenti alla ticchiolatura del melo procedono dal 1990, adesso ci si trova a dover fronteggiare tutta una serie di altre malattie e/o agenti avversi che flagellano la melicoltura.
La ricerca di nuove varietà si muove quindi in molteplici direzioni, perché da battere ci sono, tra gli altri, il cancro da fuoco batterico, l'Alternaria del melo, così come tutta una serie di fattori esterni come siccità e gelo; su quest'ultimo terreno la competizione è poi fatta principalmente contro il tempo, considerando che sempre più fitoplasmi stanno dimostrandosi capaci di adattamento alle nuove condizioni meteo e climatiche delle zone di produzione.
Il centro produttivo della melicoltura italiana, leggasi Alto Adige, è naturalmente anche il centro della ricerca per l’innovazione varietale, a partire proprio dall'istituto Laimburg, dove la "caccia" alle nuove cultivar si articola in tre fasi consecutive:
- fase 1: selezione pomologica, fatta sia nel campo sperimentale di Laimburg (a 220 m sul livello del mare), che in quello di Latsch (700 mslm). Per 5 anni si testano 5-10 alberi della nuova varietà in fase di sperimentazione.
- fase 2: test sulla qualità, sulla produzione e sulla resistenza alla conservazione, cui si aggiungono anche i test di apprezzamento da parte del consumatore. Per 4-6 anni vengono coltivate tra le 50 e le 100 piante in diversi areali di produzione a quote diverse, che vanno dai 200 ai 900 metri sul livello del mare. Questa fase è portata avanti, oltre che dal Laimburg, anche dal Sudtiroler Beratungsring, dall’SK Sudtirol e dai consorzi VOG e VIP.
- fase 3: pre-commercializzazione da parte di tutti i soggetti coinvolti nella fase 2. In questa fase le piante a dimora oscillano tra le 1.000 e le 5.000.
Ecco come funziona il metodo di selezione 'classico' (Presentazione: Guerra).
Le moderne tecniche di miglioramento genetico – ha spiegato Guerra durante la sua presentazione – grazie all'uso di marcatori genetici permettono oggi di accorciare notevolmente i tempi per arrivare a una nuova selezione varietale. Infatti, anche se si parte sempre dai 10.000 torsoli di mela, a questo punto l'analisi del Dna sulle foglie permette di individuare dove sono i geni che consentono questa o quella resistenza, scartando tutte le altre selezioni. Ne risultano 900 piantine da cui già si può fare una scrematura, e questo già dopo i primi anni dall'avvio della ricerca.
Così invece funziona quello più innovativo (Presentazione: Guerra).
Nel proprio intervento Guerra ha mostrato anche alcune delle nuove varietà che si stanno testando; vediamone alcune:
- SQ 159 Natyra®. Di epoca Braeburn. Una mela aromatica dalla buona colorazione e di lunga conservazione, tuttavia il suo albero cresce molto debole, per forma e dimensione è una mela un po' irregolare e i frutteti giovani soffrono di disturbi fisiologici.
- UEB 32642 Opal®. Di epoca Golden Delicious. Di questa varietà ci sono a dimora già 300 ettari negli Stati Uniti e 200 in Europa. Si tratta di un'interessante cultivar a buccia gialla, dal sapore aromatico che tuttavia presenta una certa rugginosità, specialmente nella cavità dello stelo, ed è suscettibile alla macchia fuligginosa.
- CIV 323 Isaaq®. Una selezione dell'italiana CIV – Centro Innovazione Varietale e di cui esistono 8 ettari di impianti pilota in Austria e in Italia. Di epoca Gala. La colorazione è molto buona, mentre conservabilità e durata sono buone. Essendo più piccola di una Gala potrebbe essere l'ideale come snack. Tra i contro si segnala una certa sensibilità alla muffa.
- Inored Story®. Una varietà molto resistente e di lunga durata, priva di rugginosità e dalla buona colorazione in zone calde. Al contrario mostra tutti i suoi difetti nelle zone di produzione più fredde, mentre la succosità è bassa.
- KSB 406/1, la cui raccolta è contemporanea alla Golden Delicious. Dal colore rosa ha una forma e una dimensione piuttosto uniforme.
- lb 17906. I primi impianti pilota sono del 2012 e la sua raccolta arriva tra quella di Fuji e quella di Cripps Pink. Si conserva a lungo, è molto succosa e l'aroma è gradevole tuttavia ci sono ancora degli interrogativi circa la produttività e la colorazione.