
Anche i terreni di coltivazione, in Italia, vanno dal tipo argilloso di origine morenica o alluvionale al Nord fino ai terreni sabbiosi, sciolti o ciottolosi al Sud, oltre a quelli di origine vulcanica come in Campania e Sicilia.
"L'interazione di questi fattori con diverse temperature e tassi di umidità determinano stati diversi per i diversi ibridi di pomodoro cosicché, in ogni mese o settimana dell'anno, le diverse zone producono il meglio che, nel tempo, si è adattato a quel particolare ambiente e che la continua sperimentazione ha messo in evidenza. Non solo, a tutto ciò va aggiunto che buona parte dei substrati dove si coltiva il pomodoro siciliano presenta una salinità naturale piuttosto elevata e ciò conferisce alle bacche un particolare sapore."

Per quanto riguarda la suddivisione tra specialità di pomodoro e pomodori tradizionali, Roberto Piazza precisa: "Gli ibridi di ciliegino - datterino, perino e plum - rappresentano una percentuale significativa rispetto all'offerta generale di pomodoro da mensa, tondo insalataro e costoluto, oltre che cuore di bue. La loro peculiarità è la polpa decisamente soda e non deliquiescente al taglio. In percentuale rispetto al totale potremmo stimare un buon 25-30% di prodotti specialità."
I pomodori italiani si trovano in piena competizione con quelli spagnoli e anche olandesi. "Pensiamo alla presenza di pomodoro tipo S. Marzano anche dalla Francia con il marchio Saveol. Quelli olandesi hanno la caratteristica di avere una polpa molto soda, sono confezionati in imballaggi estremamente gradevoli e a peso netto prestabilito, sono molto uniformi nella pezzatura e nel sapore. Quest'ultima caratteristica, però, non è sempre positiva, in quanto la voglia di cambiare è scarsamente soddisfatta. Anche i pomodori provenienti dalla Spagna sono ben lavorati e presentati, ma a volte peccano di scarsa attitudine alla media e lunga conservazione."

Piazza sottolinea: "Uno degli elementi di debolezza commerciale delle nostre produzioni italiane di pomodoro, paradossalmente, è anche un elemento di forza: la piccolissima azienda agricola e la superficie serricola (in tutto oltre 25.000 ettari) suddivisa in piccoli appezzamenti."
"Se economicamente e commercialmente fatichiamo a competere con chi lavora su grandi superfici e su grandi produzioni, d'altro canto siamo insuperabili per altri aspetti, in quanto le nostre produzioni possono essere definite quasi "artigianali" e fatte da artisti della pomodoricoltura, rispetto a produzioni olandesi e spagnole ottenute da ottimi agricoltori che però sono ormai diventati quasi degli 'industriali'."
"Insomma, la Ferrari, la Lamborghini, la Maserati, Armani, Valentino e altri cento maestri artigiani li abbiamo noi, e così accade anche nel settore dei pomodori: i concorrenti, pure ottimi, sono più grandi ma meno saporiti e profumati!"
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