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Cristiano Rizzo (Associazione I 7 Naghi)

Peperoncini: il mercato italiano si specializza

"Parlare di volumi produttivi è arduo, visto che il 70% circa del peperoncino che si acquistain Italia è importato. La Calabria e la Sicilia sono senza dubbio le dueprincipali Regioni produttive; entrambe vantano una grande tradizione ma anche in Puglia eCampania la produzione è decisamente importante. La Toscana è però la regione più preparata culturalmente, insieme all'Emilia Romagna,grazie a Parma."



Cristiano Rizzo (in foto qui sopra), Presidente dell'associazione Culturale i 7Naghi nonché Enogastronomo Sommelier (A.I.E.S.) - Chef (F.I.C.) fa per FreshPlaza unapanoramica del peperoncino, del suo consumo e del suo mercato.

"L'India e laRepubblica Popolare Cinese, a livello di volumi produttivi – spiega ancoraCristiano Rizzo - figurano alprimo posto nel mondo. Negli USA, in Messico e in tutta l'America Latina si registrauna grande produzione, con una selezione eccellente in fatto di qualità. Perfare un esempio concreto, dieci anni fa ho potuto acquistare in Spagna, Portogallo e Paesi Bassi peperoncini come gli Habanero in mercati più o menoimportanti, mentre in Italia è soltanto da un paio di anni che si possono trovare prodottifreschi di qualità diverse dal classico peperoncino italiano."

"Le speciecommerciali sono una trentina – aggiunge il presidente dell'Associazione i 7Naghi - ma sono solo 10 le qualità più vendute, in primis la Cayenna, poi ilpeperoncino tondo da preparare ripieno (ciliegino) e a mazzetto, il corno diCalabria, il diavolicchio. A queste varietà italiane si aggiungono quellestraniere, come l'Habanero, gli Aji, lo Jalapeno e il più comune Messicano."

In base a quanto riferito da Cristiano Rizzo, in Italia il"boom" di questo prodotto si è verificato negli ultimi cinque anni, sebbenein Calabria ci sia una manifestazione denominata "Festival del Peperoncino" che vanta oltre 25 anni di storia, incentrata prevalentemente sul peperoncinocalabrese. Con la Fiera Mondiale del Peperoncino di Rieti, giunta alla quartaedizione, si sono invece potute conoscere centinaia di altre varietà, grazie adesperti del settore come il Prof. Massimo Biagi dell'Università di Pisa(massimo esperto europeo di Solanacee) e il compianto Mario Dadomo della PepperParma, purtroppo scomparso da poco.

"La domanda maggiore– continua a spiegare Cristiano Rizzo – arriva dai produttori agricoli checercano di organizzarsi, vista la grande richiesta da parte della Grandedistribuzione organizzata (GDO). Chiaramente gli appassionati e gli hobbistihanno un gran peso comunicativo, attraverso loro associazioni, per la diffusionedelle informazioni correlate al peperoncino."

L'Italia, considerato appunto che importa circa il 70% del prodottoper soddisfare la richiesta di mercato, è uno dei Paesi che presenta la maggiore domanda.


Da sinistra a destra: il titolare dell'azienda Carmazi (Marco Carmazi) il Senatore Rositani (Socio Fondatore dell'Accademia del Peperoncino), Cristiano Rizzo, il Professor Massimo Biagi e il professor Enzo Monaco presidente dell'Accademia nazionale del Peperoncino al Ministero delle Politiche Agricole in occasione del primo incontro per la costituzione di un Comitato del Peperoncino.

"Ad oggi non esisteun Comitato di prodotto per il Peperoncino, ma il nostro Ministero delle politicheAgricole si sta dando molto da fare in questi ultimi anni. Si sta infatti lavorandoper costituire questa filiera - illustra Cristiano Rizzo – Solo per dare un'idea di quelloche è il panorama commerciale, possiamo dire che il fresco dei super Hot(Habanero, Naga Morich o Trinidad) ha un gran mercato, con un prezzo che va dai12 sino ai 25 euro al chilo! Ma in Italia oggi non esiste nessuna azienda chepossa proporre sul mercato una tonnellata di Trinidad Moruga oppure di Naga Morich nédi Jalapeno o di Aji. E' inoltre impossibile trovare 1.000chili di Carolina Reaper fresco (il più piccante al mondo secondo il Guinnessdei Primati nel 2012/2013 - cfr. FreshPlaza del 08/01/2014)."

Il Peperoncino fresco si trova da giugno a settembre: civogliono nove mesi circa per un ciclo produttivo completo (almeno in Italia). Nel periodo invernale si possono trovare peperoncini freschi importati da Paesi Bassi, Perù e Thailandia.

"In Italia – aggiungeil presidente dell’Associazione - lavorano due grandi realtà legate alpeperoncino: l'azienda sperimentale Stuard di Parma che ha migliaia diqualità catalogate in gran parte in serra e l'azienda Carmazzi in Toscanaleader del settore anche grazie alla collaborazione di esperti come ilprofessor Biagi. La produzione avviene prevalentemente a terra nelle regionipiù predisposte come la Sicilia la Puglia e la Calabria."

"La tipologia di peperoni dolci apunta – conclude Cristiano Rizzo - è per la maggior parte utilizzata nelle nostre cucine tradizionali. Tra questi figurano diverse qualità come i peperoni cruschi lucani, ifriggitelli campani o laziali. I peperoni dolci a punta o quelli quadratiappuntiti 'trottola', quelli dolci appiattiti 'topedo' sisono sempre trovati sulle tavole italiane, in special modo nel periodo estivo."

Per maggiori informazioni:
Associazione i 7 Naghi
Cristiano Rizzo
Mob.: (+39) 333 4797742
00040 Ardea (Roma)
Email: [email protected]
Sito web: www.i7naghi.org

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