Italia: salva la norma che prevede piu' frutta nelle bevande
La misura sulla frutta nelle bevande - avverte la Cia - dovrebbe entrare in vigore nove mesi dopo l’approvazione del decreto, previa, comunque, il via libera da parte dell’Unione europea. Auspicio è che Bruxelles non ponga ostacoli a un provvedimento che tutela la salute ed esalta la qualità delle produzioni.
Tuttavia, proprio per una corretta informazione nei confronti dei consumatori e per meglio salvaguardare i nostri produttori di frutta, sarebbe quanto mai opportuno, secondo la Cia, che nei decreti attuativi del provvedimento si possa rendere più visibile la filiera italiana dei succhi di frutta.
Accrescere la presenza di frutta nelle bevande - rileva la Cia - contribuisce a rendere l’alimentazione sempre più sana. Un maggior consumo di frutta, come riconosciuto dai medici, è, infatti, salutare, soprattutto per i bambini, e può contribuire a ridurre e a contrastare molte malattie, a cominciare dall’obesità.
Una misura, quindi, che può favorire anche una ripresa dei consumi di ortofrutta nel nostro Paese che - ricorda la Cia - nel 2011 hanno segnato una leggera contrazione (-1%). Le famiglie italiane hanno speso 13,4 miliardi di euro per acquistare 8,3 milioni di tonnellate tra frutta e verdura, fresche e surgelate. Praticamente, 582 euro a ogni nucleo familiare per comprare 346,70 kg di prodotti. La mela, con 825.000 tonnellate vendute, resta la frutta "regina" delle tavole italiane, seguita dall'arancia con 605.000 tonnellate.