
Quattro stabilimenti nel sud della Francia, 200 milioni di fatturato e 400 dipendenti fissi, Conserve France è ora sotto la stessa direzione generale dell'Italia, per sfruttare meglio le sinergie, occupandosi delle medesime lavorazioni, ad esclusione dei succhi: frutta, pomodori, orticole.

La produzione (ton.) di percoche in Europa, trend 2005-2012.
Negli ultimi dieci anni, la produzione di pesche e pere in Europa si è di fatto dimezzata. Italia e Francia presentano lo stesso problema di riduzione delle superfici, in quanto chi produce percoche per l'industria deve soddisfare regole e standard per cui la Gdo non riconosce un aumento di costi.

Costi di produzione delle pesche sciroppate nei principali paesi produttori: in verde il costo delle pesche, in fucsia il costo di un kg in scatola, in giallo e in arancione rispettivamente i salari in campagna e nell'industria. Sono questi ultimi due che incidono maggiormente. (Fonte Profel, 2009).
"Il mercato è maturo – spiega Paolo Sgorbati - non è prevista crescita per la frutta allo sciroppo, ma, mentre la produzione di frutta sciroppata si è dimezzata, nello stesso periodo il consumo è diminuito al massimo del 25%".
In pratica, si consuma di più di quel che si produce e, evidentemente, la differenza - un gap di 30-40.000 ton - viene coperta da un aumento delle esportazioni da parte di paesi terzi.
Tra questi, l'Argentina segna un aumento delle superfici, ma non così significativo da coprire il divario suddetto. In Sudafrica, il trend dell'export è invece in calo.
Gli Stati Uniti, primo produttore mondiale, sono passati da 600.000 ton a meno di 400.000 manifestando la stessa difficoltà italiana, con i prezzi inferiori ai costi (vedi anche notizia sulla chiusura di uno stabilimento Del Monte in California).

L'import di pesche sciroppate cinesi negli Stati Uniti, 2002-2011.
La Cina, invece, ha aumentato in maniera esponenziale il suo export verso gli Stati Uniti, passando da 115.000 a 2.280.000 casse (vedi grafico sopra) e anche verso l'Unione europea (grafico sotto): "Si tratta tuttavia di prodotti per cui manca l'analisi dei residui - precisa Sgorbati - non c'è standardizzazione del prodotto, né costanza della qualità o serietà degli interlocutori. L’aumento del consumo interno cinese e la conseguente minor disponibilità di volumi per le esportazioni stanno però ponendo un freno allo strapotere del gigante asiatico".

L'import di pesche sciroppate cinesi (in casse) nell'Unione europea: in azzurro i dati 2002 e in viola quelli 2008.
"Le pretese di salubrità, tracciabilità e sicurezza lasciano davvero stretti margini di guadagno – continua Paolo Sgorbati - ma alla fine la differenza la fa quasi sempre il prezzo. E' così per la Gdo, ma anche nel caso dei discount"
Il risultato di tutto ciò, per pere e pesche, ha significato una diminuzione in termini di superfici coltivate. In Europa, la produzione totale di percoche dal 2005 al 2012 è passata da circa 1.200.000 ton a poco meno di 800.000.
Negli ultimi tre anni, la Francia ha perso il 25% della produzione percoche. E' scesa da 475.000 a 250.000 ton anche la Spagna dove, nel 2011, il trasformato ha subito una flessione da 130.000 a 48.000 ton. "La filiera spagnola è stata talmente mal gestita che ha portato alla chiusura anche di diverse industrie", aggiunge Sgorbati.
Infine, il maggior produttore di pesche trasformate, la Grecia, che fa testo per la definizione dei prezzi a livello mondiale, presenta la stessa contrazione nella produzione delle percoche. Il trend negativo indica una flessione da 350.000 a 170.000 ton.
Venendo a Conserve Italia, da 13.000 ton di prodotto trasformato e ora è arrivata a 6.500 ton. Conserve France, dopo diverse oscillazioni, quest’anno dovrebbe invece riposizionarsi sul suo standard di 12-13.000 ton.
Previsioni per la campagna 2012
Percoche
Il trend di calo delle superfici continua in tutta Europa, per cui ci si aspetta una produzione unitaria buona ma, nel totale, ancora in calo.
Italia e Francia: meno 5-10% rispetto al 2011.
Spagna: meno 10% con destinazione prevalente per il mercato fresco e per la produzione di puree.
Grecia: uguale al 2011, ma con difficoltà nel reperimento di liquidità da parte di molte industrie di trasformazione.
Il livello di prezzo della materia prima dipenderà molto dalla richiesta industriale di prodotto europeo. In generale, non si prevedono cali di prezzo rispetto al 2011.
Pere Williams
Si prevedono produzioni inferiori al 2011.
Francia: meno 10%.
Italia: meno 10-15%. Previste inoltre difficoltà finanziarie da parte di alcune industrie.
Spagna: meno 5-10% ma destinazione prevalente sul mercato fresco.
Infine, sia per le produzioni di pesche che di pere, sono stati registrati problemi in tutto l'emisfero sud.
America latina: produzioni inferiori per danni meteo.
Sud Africa: la moneta locale molto forte ha determinato prezzi di offerta del prodotto finito in aumento, soprattutto sul mercato inglese.
Australia: produzioni in calo e mercati di riferimento extraeuropei.
Contatti:
Paolo Sgorbati
Via Paolo Poggi 11
San Lazzaro di Savena (BO)
Tel.: 051 6228311
Fax: 051 6228312
Email: [email protected]
Web: www.conserveitalia.it