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Brasile: residui di pesticidi nel 63% dell’uva venduta a San Paolo

Secondo le analisi effettuate a settembre 2011 dall’Associazione Brasiliana per la Tutela del Consumatore (Proteste), la prevalenza dei campioni (63%) di uva acquistati nei supermercati di San Paolo contiene residui di pesticidi. Parte della frutta mostrava persino tracce di sostanze proibite per questo tipo di coltura.

Secondo lo studio di Proteste, i prodotti orticoli che hanno avuto il peggior risultato nelle analisi sui residui chimici sono stati peperoni, lattuga e cavolo. Dei 34 alimenti non biologici analizzati, 15 di essi presentavano residui dannosi, sarebbe a dire il 40% di tutti i prodotti testati.

Per quanto riguarda l’uva, degli 8 campioni analizzati, 3 possedevano le sostanze tossiche non approvate. L’avvocato dell’organizzazione, Tatiana Viola de Queiroz, ha classificato i risultati come "preoccupanti" e ricorda che, a parte la relazione con il cancro, l’abuso di questo genere di sostanze è connesso ad uno scompenso del sistema endocrinologico.

La situazione è emersa proprio nella stessa settimana in cui anche l’Agenzia Nazionale per la Vigilanza del Programma sulla Salute (Anvisa) ha reso noto uno studio che mostra come le contaminazioni da agrofarmaci interessino il 27,9% dei campioni esaminati nel Paese. Solo lo stato di San Paolo è rimasto fuori dall’analisi a livello nazionale.

I medici condannano l’abuso dei pesticidi in Brasile, considerandoli dannosi per la salute. "I pesticidi alterano il processo di separazione cellulare nell’organismo, rendendo gli individui più vulnerabili al cancro", ha assicurato l’oncologo Silvia Regina Brandalise, responsabile per il Servizio di Oncologia ed Ematologia Pediatrica della State University of Campinas (Unicamp).

Fonte: Agencia Estadao