"Ritengo che questa del 2010/11 sia stata, per il sistema italiano dell’ortofrutta estiva, l’annata peggiore degli ultimi 20 anni – esordisce Trevisan - L’andamento del mercato di pesche, nettarine, meloni e angurie è infatti risultato pessimo, determinato da una sovrapproduzione in Europa e da una diminuzione dei consumi soprattutto nel centro-nord Europa, a causa dell’andamento stagionale decisamente sfavorevole. Inoltre, l’allarme Escherichia coli ha contribuito ad aggravare la situazione soprattutto per gli ortaggi".
"Nei casi in cui la produzione è stata contenuta, come nel caso delle albicocche, l’andamento commerciale non è stato negativo, ma in linea con le aspettative, e quindi accettabile sia per le aziende commerciali che per i produttori", commenta Trevisan.
Per pesche, nettarine e angurie, secondo Trevisan, si è trattato invece di un disastro senza precedenti: "Non bisogna dimenticare che le aziende agricole e le strutture di condizionamento hanno subito aumenti importanti: +12-13% per gli imballaggi, +10-20% per i trasporti, lo stesso per gli agrofarmaci. Possiamo tranquillamente affermare che quest’anno i produttori hanno incassato circa il 50% dei costi di produzione, il che significa innanzitutto rientrare solo per la metà di quanto investito e, di conseguenza, avere davanti un futuro molto incerto".
Per le orticole, il discorso è leggermente differente ma non cambia nella sostanza. Il Gruppo Mazzoni è tra i primi produttori di carote, cui destina oltre 250 ettari, e di patate, quindi a ragion veduta il direttore commerciale Trevisan punta il dito sull’impopolarità dei prezzi, non remunerativi per le aziende agricole.
"Dal 15 giugno il mercato ha preso una piega molto negativa e purtroppo anche le pere estive sono in linea con questa tendenza. Per queste varietà ci confrontiamo con Spagna e Portogallo, e per le pere invernali con Olanda e Belgio, quindi sempre con grandi paesi produttori con condizioni commerciali molto competitive".
Come si può uscire da questa grave impasse o tentare di arginare i danni?
"La mia è una risposta filosofica, politica e temo poco praticabile; per fare fronte ad annate di superproduzione bisognerebbe agire in concertazione con la distribuzione organizzata ovvero pianificare strategie commerciali adeguate e bilaterali, a tutela del consumatore e del produttore, affinché i consumatori europei, e non solo, possano acquistare frutta e verdura a prezzi adeguati, favorendo l'incremento dei volumi, e garantendo così la sopravvivenza dell'agricoltore".
"E comunque occorre allargare gli orizzonti. Con il nostro ufficio commerciale estero operiamo già da diversi anni verso l’Europa dell’est, il Medio Oriente, il Nord America in modo di alleggerire i canali tradizionali e aprirne dei nuovi, anche se sono spesso mercati difficili, sia per quanto riguarda le garanzie commerciali sia per i cambi penalizzanti. Le transazioni infatti avvengono in euro/dollaro, un cambio ormai da tempo decisamente sfavorevole".
Mazzoni Group/Cico
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