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I prodotti italiani sono sicuri

Germogli di soia e contaminazione da E.coli: il parere di Pietro Farnedi

In riferimento alle notizie di telegiornali e stampa secondo cui la tossinfezione alimentare tedesca sarebbe stata veicolata dai germogli prodotti da uno stabilimento nel nord della Germania (vedi precedente notizia), FreshPlaza riporta il parere di Pietro Farnedi, General manager di Vivo, azienda agricola cesenate produttrice di oltre 60 varietà di germogli, in difesa dei prodotti delle aziende italiane.

"Noi germogliatori siamo un numero veramente esiguo, con un fatturato decisamente basso se paragonato a quello degli altri prodotti agroalimentari, e pertanto non abbiamo sufficiente forza per poter divulgare alcune informazioni che ritengo sia indispensabile che il consumatore conosca, per rilanciare il consumo dei germogli freschi prodotti in Italia".

"Per quanto riguarda la mia azienda, abbiamo ricevuto varie visite ispettive sia da aziende nostre clienti, che da organismi ufficiali di controllo per l’osservanza dei dettami del disciplinare biologico - compreso quello della Forestale per la verifica che i controlli da parte del nostro organismo supervisore (IMC) fossero effettuati come da regolamento - nonché dei normali organismi di controllo sulle produzioni alimentari, AUSL e NAS. Tutti questi controlli hanno sempre accertato che sul nostro stabilimento e sui nostri prodotti non vi è nulla di irregolare, anzi i controllori hanno riconosciuto la qualità della nostra tracciabilità e delle analisi effettuate sui nostri germogli da parte di un laboratorio accreditato".

"Nonostante ciò, ora vediamo i nostri prodotti, oltre 60 varietà diverse di germogli estremamente validi sotto il punto di vista nutrizionale, sul banco degli accusati ma, e questo è il dramma, senza nemmeno l’avvocato d’ufficio. I telegiornali hanno riportato il fatto che nessuno dei prodotti prelevati dall’azienda tedesca sia risultato positivo al ceppo E. coli O104, mentre il batterio è stato trovato in una busta aperta di germogli di soia buttati nel bidone della spazzatura da una famiglia contagiata. Lo ritengo un modo per lo meno strano di prelevare campioni dai quali dire poi che i germogli sono infetti".
"Sarebbe doveroso da parte dei Tedeschi, ma anche da parte del nostro Ministro Fazio fare qualche comunicazione per chiarire definitivamente il caso, affermando che i germogli non sono la causa, semmai il veicolo con il quale la malattia si è divulgata. In ogni caso, mi sembra che sia un’ipotesi basata su indizi e non su prove analitiche".

"Agli occhi della gente, al momento tutto ciò che è soia o germoglio è pericoloso. Bisogna che qualcuno spieghi al grande pubblico che il problema non è nato dai germogli, che comunque è limitato ad una piccola zona della Germania a circa 1.000 km da noi, e che acquistando un prodotto italiano ci si mette al riparo da qualunque problema, visto che i controlli in Italia sono molto più severi rispetto al Nord Europa. Inoltre, biologico significa che, oltre ai normali controlli, si aggiungono anche quelli degli organismi certificatori: quindi più controlli, maggior sicurezza".

Contatti
VIVO srl Società Agricola
Via Montaletto, 2446
47522 S. Giorgio di Cesena - FC
Tel. +39 0 547 322117
Fax +39 0 547 321245
Email: pietrofarnedi@germoglivivo.it
Web: www.germoglivivo.it