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La relazione di Marco Cestaro, Regione Emilia-Romagna

Strategia ambientale nell’OCM ortofrutta e materiali plastici biodegradabili

Visto l'interesse suscitato dall'incontro del 21 gennaio scorso a Bologna "I materiali biodegradabili in ortofrutticoltura" (vedi precedente articolo), FreshPlaza ripropone qui di seguito la relazione presentata da Marco Cestaro (qui accanto, in foto) del Servizio sviluppo produzioni vegetali della Regione Emilia-Romagna.

Il settore ortofrutticolo è un comparto produttivo globale e di tipo industriale, il cui scopo è cioè quello di assicurare un profitto alle imprese mediante la commercializzazione dei prodotti coltivati. Per ottenere prodotti idonei alla vendita, si ricorre all'impiego di sostanze chimiche (fertilizzanti e prodotti fitosanitari) e all’utilizzo delle risorse naturali (es. gestione dell’acqua). Nell'immaginario e nel percepito dall’opinione pubblica possono però nascere dubbi e legittime preoccupazioni.

L’insieme di regole definite dall'UE allo scopo di promuovere ed incrementare i processi virtuosi dell’attività agricola verso la tutela e la salvaguardia ambientale fanno capo al Reg. CE 1698/05 programma di Sviluppo rurale (interventi agro ambientali), al Reg. CE 1234/07 OCM ortofrutta (strategia ambientale) e al Reg. CE 73/09 della condizionalità (buone pratiche agricole).

Il Reg. CE 1234/07 (OCM, Organizzazione comune di mercato del settore ortofrutticolo) istituisce uno specifico regime di sostegno per avvicinare e supportare la produzione ortofrutticola al mercato. Le Organizzazioni dei produttori (OP) e le Associazioni di organizzazioni di produttori (AOP) sono i beneficiari di tale intervento finanziario, in quanto artefici dell’aggregazione dell'offerta, condizione fondamentale per consolidare la posizione dei produttori sul mercato.

La OCM ortofrutta individua quattro obiettivi principali:
1. Rafforzare l'orientamento al mercato e la competitività del settore
2. Ridurre le fluttuazioni del reddito causate da crisi di mercato
3. Aumentare i consumi di frutta e ortaggi
4. Sostenere gli sforzi degli agricoltori per la protezione dell'ambiente.

Gli interventi finanziabili possono essere di carattere orizzontale (investimenti strutturali e tecnici presso le stazioni di lavorazione e stoccaggio, spese di certificazione di prodotto e/o di processo, costi di personale addetto ai controlli dei processi di lavorazione, ecc.), oppure azioni dirette alle aziende agricole associate (nuovi investimenti frutticoli, impianti di difesa dalla grandine e dal gelo, impianti di irrigazione a ridotto consumo idrico, strutture di protezione e di forzatura, metodi di coltivazione a ridotto impatto, ecc.).

La gestione ambientale è un requisito obbligatorio (art. 103 quater del Reg. CE 1234/07) richiamato dalla OCM ortofrutta per le OP e/o AOP, le quali devono attivare, in alternativa, due o più azioni ambientali oppure destinare almeno il 10% della loro spesa ad azioni ambientali.

Le tipologie di azioni a valenza ambientale sono definite nello specifico documento ministeriale della "Disciplina Ambientale" che si articola su due livelli, tra loro integrati, quello delle aziende e quello delle strutture: il primo è l'agro-ambiente - appunto riferito agli operatori agricoli e alla fase di produzione primaria – e il secondo quello "extra azienda agricola", che si applica alle attività di lavorazione, condizionamento e trasformazione del prodotto.

Il settore agro-ambientale assume come base minima di riferimento le norme della condizionalità e i requisiti minimi relativi all'uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari e di altre specifiche norme obbligatorie prescritte dalla legislazione nazionale. Considera, inoltre, una differenziazione progressiva degli impegni partendo da una soglia minima.

Gli interventi individuati e finanziabili sono:
  1. Produzione integrata
  2. Produzione biologica
  3. Verifica delle irroratrici
  4. Gestione ecologica dei rifiuti
  5. Utilizzo macchine di precisione
  6. Utilizzo mezzi tecnici a basso impatto ambientale
  7. Gestione del suolo
  8. Utilizzo di piante micro innestate
  9. Tutela e risparmio idrico
Il punto fondamentale - unico nel panorama europeo - è che la "Disciplina ambientale" nell’ambito agroambientale introduce il concetto di un riconoscimento economico corrispondente all’impegno ambientale assunto dall’azienda agricola e derivante dall’attivazione degli interventi disponibili. Detto impegno ambientale è individuato attraverso il maggiore costo, oltre il livello di obbligatorietà fissato dalla legislazione nazionale o regionale, derivante dall’applicazione e/o gestione delle tecniche e/o pratiche indicate nei diversi interventi. La remunerazione di questi impegni potrà essere cumulabile, in taluni casi, con le spese sostenute per l’acquisto dei mezzi tecnici specifici, poiché complementari alla realizzazione degli interventi.

In altri paesi, come la Spagna, viene invece riconosciuta solamente la spesa sostenuta per l'acquisto di mezzi tecnici. L'impostazione italiana è innovativa anche perché definisce i costi specifici sostenuti dalle aziende per le differenti pratiche agricole.

Qualche esempio pratico. Il punto 4 "Gestione ecologica dei rifiuti" prevede una rimunerazione pari a 0,10 €/kg per le operazioni di recupero del materiale plastico da riciclare (cui è attribuito il maggior costo).

Il punto 6 "Utilizzo mezzi tecnici a basso impatto" considera una retribuzione di 262 €/ha per l’applicazione del telo biodegradabile per la pacciamatura, considerando il maggior costo relativo alla preparazione e lavorazione del terreno e stesura del telo stesso. Ancora, il costo della manodopera per l'applicazione della confusione sessuale è premiata con 267 €/ettaro.


Operazione di stesura sul terreno di film plastici pacciamanti.

L’allegato al D.M. n. 9326 del 13.XII.2009 definiva, tra le altre cose, che le plastiche impiegabili (quindi finanziabili) fossero esclusivamente del tipo biodegradabile. Purtroppo dal 2011 questa regola esclusiva è venuta a mancare.

La "Disciplina ambientale" è stata impostata, da un lato, per mettere a valore e dare continuità a quanto, negli anni, praticato dai produttori in tema di sostenibilità e rispetto dell'ambiente (produzione integrata e biologica). Dall’altro, per consentire alle aziende agricole orticole di sopperire al mancato finanziamento delle piante annuali (così come prevede la nuova OCM), attraverso l’individuazione e la rivalutazione di quelle tecniche e pratiche agronomiche (impegni) di elevato carattere ambientale.

Nel 2010, la gestione ambientale delle OP e AOP dell'Emilia-Romagna ha registrato un valore di impegno di spesa di oltre 21 milioni di euro (15% della spesa complessiva), un risultato davvero importante perché significa che l'aiuto comunitario - previsto dalla OCM pari al 50% della spesa sostenuta – ha portato alle aziende agricole risorse per circa 11 milioni di euro.

La produzione integrata rappresenta l'intervento maggiormente applicato dalla aziende agricole socie. Infatti, con una spesa impegnata superiore a 13 milioni di euro, essa ha riguardato una superficie di ortofrutta di oltre 66.000 ettari.

Le politiche agricole di sviluppo compatibile con l'ambiente stanno assumendo una sempre maggiore rilevanza. La "Disciplina ambientale" della OCM ortofrutta consente alle aziende socie delle OP e AOP, utilizzando nel miglior modo le risorse finanziarie disponibili, di essere allineate con le regole delle buone pratiche di coltivazione.

Per maggiori info:
Marco Cestaro
Servizio sviluppo produzioni vegetali - Regione Emilia-Romagna
E-mail: mcestaro@regione.emilia-romagna.it