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Materiali biodegradabili in ortofrutticoltura: il resoconto

Il 21 gennaio 2011, presso la sede del Consorzio Agrario di Bologna e Modena si è tenuto un incontro tecnico su "I materiali biodegradabili in ortofrutticoltura", organizzato in collaborazione con CSO, Riff 98 e Novamont.


Un momento della relazione di Luciano Trentini (CSO -Centro Servizi Ortofrutticoli).

I consumi di ortofrutta in Italia e in Europa
Dopo il saluto ai partecipanti di Gabriele Cristofori, Presidente del Consorzio ospite, Luciano Trentini, direttore del CSO di Ferrara, ha incentrato il suo intervento sulle conseguenze di una politica comunitaria sempre più orientata all’ottenimento di produzioni salubri e sicure.

In primo luogo, l’esigenza da parte di consumatori sempre più attenti di acquistare alimenti sani. Se è vero che sono necessari almeno 400 grammi di ortofrutta/giorno per garantirsi una buona salute, e che oggi se ne consumano così tanti solo in Italia e in Grecia, allora si può ben sperare per l’export nazionale, visto che siamo i primi produttori europei di frutta e ortaggi!

A sfatare definitivamente il mito che l’ortofrutta sia un prodotto caro, Trentini ha sottolineato come una famiglia media italiana spenda per l'acquisto di frutta e verdura soltanto 560-570 euro/anno. Infine, il direttore del CSO ha fatto notare come le abitudini alimentari stiano cambiando: il mercato della IV gamma ha raggiunto un giro d’affari di 739 milioni di euro, pari a 91.000 tonnellate, con un percentuale di famiglie acquirenti passata in tre anni dall’80 all’89%.

Bioplastiche in agricoltura
Sara Guerrini, Agriculture Sales Specialist di Novamont, ha spiegato cosa sono le bioplastiche impiegate in agricoltura. La definizione è chiara: è detta bioplastica "una plastica costituita in parte o totalmente da risorse rinnovabili", o meglio "una plastica, biodegradabile secondo standard definiti". Se si pensa che il 30% dell’immondizia di cui ci liberiamo è costituito da materiale organico, ecco trovata la fonte da cui elaborare le bioplastiche.


Sara Guerrini (NOVAMONT)

Le norme comunitarie di riferimento per biodegradabilità e compostabilità sono la EN 14995 e la EN 13432, che regola i programmi di certificazione UE. Ci sono diversi loghi riconosciuti per le plastiche bidegradabili, tra questi Guerrini ha evidenziato quelli dei principali enti di certificazione: Vinçotte (Belgio) e DIN CERTCO (Germania). Il logo "OK Biodegradable Soil" viene rilasciato a prodotti che vengono dimostrati completamente biodegradabili nel suolo, senza provocare effetti nocivi.

Tra i vantaggi dell’impiego di una pacciamatura biodegradabile, il fatto che non necessiti di rimozione e smaltimento alla fine dell’uso, la diminuzione dei costi di lavorazione e manodopera e la riduzione di impatti sull’ambiente. Infine, l’applicazione di teli pacciamanti in materBi consente di riadattare tecniche già conosciute ottenendo risultati altrettanto efficaci. FreshPlaza pubblicherà a breve un articolo dettagliato tratto dalla relazione presentata da Sara Guerrini.

Erogatori biodegradabili di feromoni
Aldo Pollini, di RIFF 98, ha presentato l’evoluzione del controllo delle Cidie sulle principali piante da frutto nel corso degli anni. In generale, dopo la difesa insetticida contro le larve si è passati ai trattamenti ovicidi e, infine, alla difesa a basso impatto ambientale, come i metodi di confusione sessuale e di distrazione sessuale. In quest’ultimo caso, l’impiego di erogatori biodegradabili ha dato buoni risultati su melo, anche su frutteti di piccole dimensioni.


Aldo Pollini (RIFF 98) apre il suo intervento.

Le azioni ambientali nell'OCM ortofrutta
Infine, Marco Cestaro del Servizio sviluppo produzioni vegetali della Regione Emilia-Romagna ha offerto un’utile panoramica sulle strategie ambientali nell’OCM ortofrutta che, tra l’altro, sostiene e incentiva i sistemi di produzione a basso impatto ambientale. La gestione ambientale è un requisito obbligatorio per le OP/AOP, che possono attivare due o più azioni ambientali oppure destinare almeno il 10% della loro spesa ad azioni ambientali.


Un momento dell'intervento di Marco Cestaro del Servizio sviluppo produzioni vegetali della Regione Emilia-Romagna.

Le tipologie di azioni a valenza ambientale sono definite nello specifico documento ministeriale della "Disciplina Ambientale" che si articola su due livelli, quello agro-ambientale e quello extra-agricolo, che si applica alle attività di lavorazione e trasformazione del prodotto. Il punto fondamentale - unico nel panorama europeo - è il riconoscimento economico corrispondente all’impegno ambientale assunto dall’azienda agricola e identificabile con il maggior costo. Un’altra peculiarità di questa specifica è che la remunerazione degli impegni è cumulabile, ad esempio, con le spese sostenute per l’acquisto dei mezzi tecnici complementari.

In altri paesi, come la Spagna, viene invece riconosciuta solamente la spesa sostenuta per l’acquisto di mezzi tecnici. L’impostazione italiana è innovativa anche perché definisce i costi specifici sostenuti dalle aziende per le differenti pratiche agricole. Ad esempio, la gestione ecologica dei rifiuti, il cui maggior costo è attribuibile alle operazioni di recupero del materiale plastico da riciclare, è valutato in 0,10 €/kg, così come il costo della manodopera per l’applicazione della confusione sessuale è remunerata con 267 €/ettaro.

Nel 2010, la gestione ambientale delle OP/AOP dell’Emilia-Romagna ha registrato un valore di impegno di spesa di oltre 21 milioni di euro (15% della spesa complessiva): un risultato davvero importante perché significa che 11 milioni di euro si trasferiscono alle aziende agricole. Anche sulla presentazione di Marco Cestaro, FreshPlaza pubblicherà presto un articolo particolareggiato.