
Nessun rischio per l'ambiente
Il COGEM spiega che non sono necessarie specifiche normative di tutela ambientale, in quanto i rischi sarebbero trascurabili se il DNA inserito si diffondesse nell'ambiente tramite semi o incroci. Il DNA proviene infatti da un incrocio tra mele ornamentali affini, che si trovano già nell'ambiente naturale, e alcune selezioni tradizionali di mele già coltivate. L'OGM è dunque in questo caso un prodotto cisgenico (con patrimonio genetico di specie affini), non transgenico (con patrimonio genetico di specie diverse).
Test in campo
Si tratta di una prova in campo su un'area limitata, per verificare se il DNA inserito consenta la resistenza alla ticchiolatura. Quando i meli geneticamente modificati dovessero essere attaccati dal fungo, la presenza di un gene di mela ornamentale dovrebbe creare una reazione immunitaria.
La ticchiolatura
E' la più grave e diffusa avversità crittogamica del melo, in grado di causare danni rilevanti se non vengono attuate idonee misure di controllo. Provoca atrofia dei tessuti colpiti e vistose deturpazioni dell'epidermide, con macchie dall'aspetto rugginoso e spaccature superficiali. In questi casi si ha generalmente una cascola precoce dei frutti, mentre infezioni tardive possono essere anche difficilmente rilevabili al momento della raccolta, salvo poi manifestarsi durante la conservazione con lesioni che deprezzano sensibilmente il prodotto.