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Misurare dallo spazio la fotosintesi delle piante in ogni angolo del pianeta

Missione satellitare FLEX: anche ricercatori trentini fra i proponenti

Dopo l’accordo siglato fra Provincia autonoma di Trento, Università di Trento e Agenzia spaziale italiana, la ricerca trentina compie un altro passo in avanti nello spazio. Questa volta la protagonista è l’Agenzia Spaziale Europea che annuncia l’avvio delle fasi preparatorie della missione FLEX, un sistema satellitare di concezione rivoluzionaria che conterà sul contributo scientifico dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.

Franco Miglietta (nella foto), uno dei ricercatori che ha proposto la missione FLEX e che coordina a San Michele le iniziative del recente accordo tra l’Istituto Agrario, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e la Provincia Autonoma di Trento, spiega che la promessa sui cui l’ESA investirà quasi 100 milioni di euro è quella di riuscire a misurare dallo spazio la fotosintesi delle piante in ogni angolo del pianeta.

"La missione richiederà un impegno eccezionale da un punto di vista scientifico, ma anche tecnologico – spiega Miglietta - Ci saranno presto bandi e gare europee per la ricerca ma anche per l’industria più avanzata. Il Trentino, che ha già dimostrato di credere molto nella ricerca spaziale, potrà avere un ruolo strategico".

Il dirigente del Centro ricerca e innovazione Roberto Viola ritiene importante "farsi trovare pronti all’appuntamento creando sinergie fra pubblico e privato, fra ricerca tecnologica e biologica per puntare insieme su consorzi e spin-off capaci di raccogliere appieno la sfida europea".
 
La proposta FLEX, coordinata dall'Università di Valencia, ha visto la partecipazione di altre realtà importanti della ricerca italiana quali le Università di Bologna e di Milano e gli Istituti di Fisica Applicata e di Biometeorologia del CNR di Firenze.

La missione utilizzerà una caratteristica particolare del processo fotosintetico; una piccola quota della radiazione solare assorbita dalle foglie viene infatti riemessa ad una lunghezza d’onda molto caratteristica con il nome di fluorescenza della clorofilla. Tale emissione di luce è proporzionale alla velocità con cui i sistemi biochimici delle foglie lavorano per trasformare l’energia solare in materia organica. E’ un po’ come dire che le piante usano una flebilissima emissione di luce per dirci come stanno in salute: più forte è il segnale luminoso in fluorescenza, più esse sono efficienti.
Data di pubblicazione: