E' quanto emerso da un'indagine condotta dalla ricercatrice olandese Wilma Waterlander della Vrije Universiteit. Nella lotta contro l'obesità e le cattive abitudini alimentari, si è indagato se le persone sarebbero indotte ad acquistare più frequentemente cibi sani se essi fossero anche più economici.
Allo stato attuale, infatti, spesso i prodotti a minor costo sugli scaffali dei supermercati sono proprio i cibi-spazzatura, pieni di grassi, zuccheri aggiunti o sale in eccesso, che risultano quindi più economici dei salutari prodotti ortofrutticoli.
La ricercatrice olandese ha pertanto creato un supermercato virtuale, composto solo da scaffali con i prodotti esposti e il loro prezzo, senza alcun elemento di reclamizzazione. Un campione di 600 persone ha poi effettuato acquisti virtuali, collegandosi al supermercato mediante il proprio computer.
E' emerso che riducendo del 25% il prezzo di frutta e verdura esposti negli scaffali virtuali, l'effetto era notevole: mediamente, infatti, gli acquirenti hanno acquistato almeno 500 grammi in più di ortofrutticoli a settimana. Combinando poi la diminuzione di prezzo con messaggi pubblicitari e contemporaneamente innalzando il costo dei cibi-spazzatura, l'effetto a favore dell'acquisto di frutta e verdura è risultato anche maggiore.
La ricercatrice ritiene che questo esperimento possa costituire un forte argomento a favore di una legislazione che preveda una tassazione punitiva nei confronti dei prodotti-spazzatura nel proprio paese.
Del resto, la salute pubblica è un onere per la collettività: chi ci ripaga dei maggiori costi dovuti alle malattie legate all'obesità e alla cattiva alimentazione?