Calabria: una problematica stagione per la pataticoltura della Sila
"E' difficile ricordare una campagna problematica come quella attuale - spiega Gianluca Fuoco della cooperativa Fratello Sole - Infatti, quando era il periodo per piantare le patate, è piovuto facendo ritardare le semine di venti giorni circa. Successivamente, appena le prime piante si sono sviluppate, abbiamo registrato forti grandinate in alcune zone, con conseguenze pesanti per le giovani coltivazioni".
"Ai primi di luglio - prosegue Gianluca - si sono registrate copiose precipitazioni, che se da una parte hanno consentito un risparmio sul carburante per l'irrigazione, dall'altra hanno comportato, in specie nelle zone più pianeggianti, perdite di prodotto dovute al soffocamento radicale per l'allagamento dei campi. Inoltre, si è avuto uno dei più forti attacchi di peronospora che si ricordi, cosa che ha messo a dura prova gli agricoltori".
"Per finire, arrivati al momento di scavare le patate, le perturbazioni si sono alternate continuamente, al punto che ancora oggi il 50% del raccolto rimane nei campi, con elevato rischio di scarto, in quanto c'è parecchio marciume tra i tuberi".
Gianluca Fuoco si dice insoddisfatto per l'attuale campagna della patata e scoraggiato anche dall'assenza di regole sulla tracciabilità del prodotto, che potrebbero consentire in futuro una migliore differenziazione del prodotto silano sul mercato.
"Ancora oggi - denuncia Gianluca - accade che patate d'importazione, mescolate con le nostre, rischiano di arrivare sul mercato come se provenissero tutte dalla Sila o da altri siti di produzione nazionale. Rivolgo un appello a tutti coloro che coltivano patate nella nostra zona, soprattutto a quelli per i quali la pataticoltura non costituisce l'attività primaria, affinché non si disinteressino alle problematiche del settore, ma vi partecipino in un'ottica di avanzamento del comparto nel suo complesso e non di semplice tornaconto individuale".
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