Le fibre prebiotiche, contro i disturbi intestinali
Spesso il denominatore comune di tutte queste cause è la disbiosi: lo squilibrio della flora batterica intestinale. Infatti, il benessere dell'intestino dipende dalla flora batterica (batteri probiotici) che per restare viva e attiva ha bisogno di alimenti specifici contenenti le fibre prebiotiche a catena corta.
Mentre gli animali erbivori sono in grado di digerire le fibre prebiotiche, l'uomo invece no, perché gli mancano gli enzimi in grado di digerirle. Per questo motivo, le fibre prebiotiche nell'uomo non vengono utilizzate come nutrienti e hanno un valore calorico nullo, ma sono alimenti indispensabili alla microflora intestinale, che possiede gli enzimi adatti a digerirle.
Le fibre prebiotiche a catena corta generalmente derivano dalla barbabietola e sono presenti anche nelle cipolle, negli asparagi, nelle banane e nei carciofi. Le fibre prebiotiche vegetali hanno un potere calorico quasi nullo.
Nelle dosi consigliate (5-10 grammi al giorno) non possiedono effetti indesiderati e contribuiscono a ridurre il colesterolo e i trigliceridi, favoriscono inoltre l’assorbimento del calcio e del magnesio (sono quindi molto utili nelle donne in menopausa e nella prevenzione dell'osteoporosi).
Anche il Kiwi è un frutto ricco di fibra, noto per il suo potere riequilibrante sull'intestino. Il succo di kiwi potenzia l'azione delle fibre prebiotiche.